sabato 4 giugno 2016

"zaRDoz"


L'articolo qui sotto esposto pubblicato da nogeoingegneria.com, ben si adatta ad un film di fantascienza degli anni 70, diretto da Johon Boorman il film è interpretato da Sean Connery. (breve video)

Il film si ambienta in un ipotetico anno 2293:
"La civiltà è gravemente regredita su tutto il pianeta Terra, in balia di orde di Sterminatori che, incitati e armati da una misteriosa divinità chiamata Zardoz, trucidano senza pietà una moltitudine di disgraziati che vivono nel terrore. Zardoz è una contrazione di wiZARD of OZ, il Mago di Oz, personaggio della letteratura infantile che parla con voce contraffatta nascondendosi dietro una maschera."

Una stretta comunità ("immortale") vive sotto una cupola chiamata Vortex:
"Il Vortex è una comunità chiusa di “privilegiati” immortali, un ambiente paradisiaco che una barriera invisibile separa dal pianeta devastato e violento." (Wikipedia)
(Immagine: R. Buckminster Fuller)

VIVERE IN UNA BOLLA, È IL FUTURO?

In molti vedono in Fuller il padre del movimento per la sostenibilità abitativa. Nel 1960 Fuller progettò una cupola di due miglia di diametro per racchiudere il centro di Manhattan in un clima controllato. Calcolò che il suo costo sarebbe stato ammortizzato nel giro di dieci anni, semplicemente risparmiando sui costi di rimozione della neve. Il progetto si rivelò impraticabile, ma qualcuno pensa che oggi, con le nuove tecnologie, sarebbe possibile realizzare qualcosa di simile.

In risposta alla qualità dell’aria cattiva che colpisce molte città dei paesi in via di sviluppo come l’India e la Cina, lo studio di architettura internazionale Orproject propone ad esempio la costruzione di un parco all’interno della città come una sorta di mega serra con orto botanico. Si tratta del “Bubbles Biodiversity Parks” ed è stato recentemente premiato.

Mi chiedo però se creare un luogo dove rifugiarsi dall’inquinamento urbano sia la soluzione giusta.
Un progetto che non risolve le cause dell’inquinamento ma di certo fa riflettere molto sul futuro di alcune città. E Fuller è stato un precursore non soltanto di un concetto abitativo ma di una riflessione, quella sulla sostenibilità delle nostre città, che oggi è di grandissima attualità. ARTICOLO INTEGRALE

(Immagine: R. Buckminster Fuller)

Scrive Mario Giuliacci su questo progetto: No, non è fantascienza: più semplicemente è un ambizioso progetto degli anni ’60, poi mai realizzato. Nell’intento del suo progettista, R. Buckminster Fuller, la cupola (nell’immagine) avrebbe regolato le condizioni meteo e limitato le concentrazioni di inquinanti in un’ampia fetta di Manhattan compresa tra la 62-esima e la 22-esima. Se costruita, sarebbe stata alta circa un chilometro e mezzo e in superficie avrebbe avuto un diametro di circa 3 chilometri, avvolgendo così più o meno 9 chilometri quadrati di tessuto cittadino.

Più di recente una soluzione simile è stata ipotizzata per proteggere la città di Pechino dagli eccessivi picchi di smog: una società inglese, la Orproject, ha infatti studiato per la capitale cinese un sistema costituito da una serie di cupole di ETFE (particolare materiale plastico già utilizzato per la piscina olimpica di Pechino 2008) dotate di filtri a energia solare la cui funzione sarebbe proprio quella di ripulire l’aria all’interno delle cupole. FONTE

Fuller nacque il 12 luglio 1895.

Cupole geodetiche

Fuller è famoso principalmente per le sue cupole geodetiche, che sono parte anche delle moderne stazioni radar, di edifici civili e tensostrutture. La loro costruzione si basa sull’estensione di alcuni principi base dei solidi semplici, come il tetraedro, l’ottaedro e solidi con numero di facce maggiore che possono considerarsi approssimazione della sfera. Le strutture così concepite sono estremamente leggere e stabili. La cupola geodetica è stata brevettata nel 1954, ed è stata una parte fondamentale del processo creativo di Fuller teso all’esplorazione della natura per inventare nuove soluzioni di design.

Un nuovo stato allotropico del carbonio, quello dei (fullereni), e una particolare molecola di quell’allotropo (buckminsterfullerene) hanno ricevuto il suo nome. Tale stato ed il suo nome, è legato al fatto che il carbonio a livello molecolare assume in natura, nei fullereni, una struttura cava, sferica o cilindrica, del tutto analoga alle sue strutture.

In epoca di Guerra Fredda furono installate numerosissime cupole geodetiche di protezione alle grandi antenne Radar del “NORAD” in zone artiche; le cupole erano standardizzate al massimo per essere installate da personale non specializzato in zone impervie ed in condizioni atmosferiche estreme, in due o tre giorni.

Fuller documentò la sua vita ogni 15 minuti dal 1915 al 1983. Chiamò questi documenti “Dymaxion Chronofile”, come naturale cronologia della sua vita come “progetto”. Si ritiene che la sua sia la vita maggiormente documentata della storia. FONTE
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