domenica 29 maggio 2016

"L'unico problema è che gli anni '60 sono passati…"


 Il Moribondo Sogno della globalizzazione

I Repubblicani impallidiscono al discorso nudo e crudo di Trump,
e i Democratici affermano che appartiene all'epoca degli anni '60.
 

Una delle ragioni per cui questa tornata elettorale è tanto rumorosa e imprevedibile è che gli elettori sanno che questa transizione è necessaria, ma sembra che riesce a ottenere l'attenzione delle élite politiche.

Però nel contesto ampio della storia il Partito Democratico si trova in un cattivo stato, peggiore di quello in cui sono i Repubblicani, in declino anche perché cercano di far fronte alla politica odierna, sono rimasti attaccati al passato dove nessun partito politico può sopravvivere.

La differenza più grande trai due partiti è Donald Trump.

L'opinione comune proclama questa disastrosa differenza nel Partito Repubblicano, ma a lungo raggio, sarà molto più svantaggiosa per i Democratici.

Prendiamo in considerazione i grandi avvenimenti nazionali e mondiali del nostro tempo.

Uno è la disintegrazione della "globalizzazione" - l'idea che il libero scambio di denaro, beni, idee e popoli tra le frontiere nazionali avrebbe prodotto una grande nuova era di prosperità ed armonia.

Il Lexus di Tom Friedman vince e tutti vincono. L'albero di ulivo muore e a chi interessa? Siamo troppo ricchi e contenti per notarlo.

E' evidente che l'era della globalizzazione ha devastato l'economia degli Stati Uniti - e altre economie in tutto il mondo. L'America industrializzata è stata affossata, si sono persi posti di lavoro senza rimpiazzare tutto questo con una economia post industriale sia in qualità che quantità. Un magra crescita economica durata anni ha lasciato la classe media che lottava frustrata e rabbiosa.

La globalizzazione sta morendo, per quanto riguarda la base politica degli Stati Uniti. L'unico politico che ha lanciato un messaggio basato sulla verità profonda era Donald Trump e ha obbligato i Repubblicani ad affrontarlo.

Come alla fine risponderanno a tutto questo continua ad essere una domanda aperta e scoppierà una guerra politica prima che sapremo la risposta. 


Però i Repubblicani adesso stanno lottando con lui in molti ambiti:

  • immigrazione
  • commercio
  • tasse
  • nazionalismo
  • NATO
  • Non i Democratici...
La sua risposta, su concessione di Bernie Sanders, è inserire negli Stati Uniti lo stile europeo del socialismo democratico - tasse da confisca sui nemici della società (produttori), iniziative di ridistribuzione, più potere alla classe influente.

E con Hillary Clinton in cima alla lista, non illudetevi - le élites finanziarie di New York ne usciranno pulite come è successo già negli ultimi otto anni.

Niente di tutto questo è la realtà vera e cioè che la globalizzazione ha dimostrato di essere un disastro.

Prendiamo adesso in considerazione l'immigrazione.

Da poco, i due partiti politici in genere erano a favore di una "soluzione integrale" il che significava essenzialmente amnistia per gli 11 milioni o più di illegali presenti nel paese.

In ultima analisi sarà necessario un compromesso in questo senso. Però a dire il vero, nessuna delle parti parlava seriamente della soluzione del problema dell'affluenza più grande.

L'immigrazione di massa legale o illegale aiuterebbe a risolvere l'imminente disastro della Previdenza Sociale da una parte e i Democratici hanno intravisto nell'immigrazione di massa una via per dominare il partito poiché i nuovi arrivati erano propensi a votare per i Democratici.

Opinione comune era che i Repubblicani potessero far fronte a questo fatto inevitabile solo abbracciando il punto di vista democratico, il che significava non essere più Repubblicano.

Però, con la globalizzazione morente, il nazionalismo torna a galla e il nazionalismo odia l'immigrazione massiva poiché una nazione senza frontiere non è realmente una nazione. Trump adesso ha rafforzato questa nuova coscienza del discorso repubblicano.

Ancora una volta non sappiamo il risultato finale, però almeno avremo a che fare apertamente con i Repubblicani.

La maggioranza dei Repubblicani non sono nazionalisti. Non lo sono stati da quando il partito è stato forgiato nuovamente tra le calde fiamme del Vietnam. Però afferrarsi alle politiche dell'immigrazione globale quando la globalizzazione sta morendo non è probabile che sia un potente punto di vista.

O considerare politica estera la post Guerra Fredda degli Stati Uniti. Un disastro come il paese sa bene. Però, nuovamente, prima del Signor Trump, nessuna delle parti potrebbe essere costretta a affrontare questa evidente verità.

Democratici come Hillary Clinton non hanno voluto rinunciare al proprio impulso wilsoniano di sentire che si utilizza bene la forza statunitense per tranquillizzare sulle ferite e sui danni dell'umanità in spazi lontani del globo (nuovamente la globalizzazione).

E i Repubblicani erano affascinati dall'idea neoconservatrice che gli Stati Uniti fossero i primi del globo mostrando i muscoli dappertutto (con un pochino di nazione wilsoniana che fa bene il percorso).

Nessuna delle due parti potrebbe accettare la realtà che la Guerra Fredda sia terminata e lo sforzo posteriore alla stessa per guidare il mondo come ai tempi della Guerra Fredda è fallito. Gli elettori però lo sapevano.

E' quindi arrivato Trump e adesso tutti sanno che il paese si trova a fare i conto con tutto questo. Ancora una volta non sappiamo quale sarà il risultato finale, sappiamo però che succederà.

Considerate anche il ruolo e la funzione della NATO nel mondo dopo la Guerra Fredda.

Queste sono tutte le realtà che il paese deve affrontare e al momento si stanno confrontando solo con il Partito Repubblicano. E' vero che molti cani sciolti repubblicani di alto livello hanno lottato contro queste realtà fondamentali, ma la cintura si accorcia anche per loro.

La maggior parte dei Democratici continuano ad ignorare volutamente queste realtà attaccati come sono alla morente era della globalizzazione. Nessuno rappresenta tutto questo in maniera più efferata di Hillary Clinton.

Jann Wenner del Rolling Stones ha recentemente scritto che lei era:

"Una degli studenti universitari degli anni '60 che si dedicò alle cause del tempo appassionatamente e continua a farlo ancora adesso."
L'unico problema è che gli anni '60 sono passati… LINK

di Robert W. Merry
25 Aprile 2016
dal Sito Web WashingtonTimes
traduzione di Nicoletta Marino
Versione originale in inglese
Versione in spagnolo

 
Robert W. Merry, da molto tempo giornalista ed direttore esecutivo a Washington, 
è l'autore di libri sulla storia degli Stati Uniti e politica estera.

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