venerdì 22 gennaio 2016

Almanacco 2016 - Supplemento

'Piano Kalergi e invasione dell'Europa' 
~ Conferenza don C. Nitoglia 21-9-2015 ~

http://www.doncurzionitoglia.com/

Questa sera invece di guardare la televisione prenditi mezzora per ascoltare questo video, indipendentemente dalla cultura che hai, il video è abbastanza esaustivo ma se vuoi approfondire leggi l'articolo qui sotto.
Articolo correlato: Il Piano Kalergi

(David Icke 2015) L'Eterno Dominio 
- Geopolitica & Geo-ingegneria -


Non essere prevenuto guarda il video. David Icke potrà essere discutibile ma quello che dice è incontrovertibile realtà! 

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“La Xylella causata dalle scie chimiche?” 
Ipotesi shock di Adriana Poli Bortone  

L’ex ministro all’Agricoltura avanza dubbi sulla diffusione della malattia collegandola al tema- molto discusso- delle scie chimiche.

La colpa di Xylella sono le scie chimiche? La domanda shock è di Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce e ministro dell’agricoltura che affida a Facebook i suoi dubbi aprendo scenari a dir poco inquietanti.

“Gli USA confessano di usare scie chimiche sul territorio italiano. Se la notizia fosse confermata avremmo tutto il diritto di chiedere se la diffusione della xylella sul territorio pugliese e salentino in particolare non sia attribuibile anche a questo fenomeno.

Riflettiamo: nel tempo e’ stata distrutta la nostra agricoltura a partire dalla eliminazione del tabacco (la cui coltivazione e’ stata spostata in altre parti del mondo), della vite, ora dell’ulivo secondo una volontà’ precisa da parte dell’Europa che, guarda caso, proprio in coincidenza con la sciagura xylella concede alla Tunisia l’importazione di quantità’ esponenziali di olio, il Ministero dell’Agricoltura italiano fa un bel piano di eradicazione degli alberi (per fortuna bloccato dalla procura di Lecce), i terreni “infetti” vengono dichiarati inedificabili per 15 anni , i referendum sulle trivellazioni vengono pressoché’ eliminati.

Dalla somma di queste circostanze potrebbe venire un totale devastante. È’ fantapolitica pensare che il nostro territorio, ricco di gas nel sottosuolo e di petrolio anche nel nostro mare, per volontà’ di poteri forti sia destinato non più’ al turismo ed alla agricoltura identitaria, ma alla trivellazione “legalizzata”? Sarà’ fantapolitica, ma mi incomincia a sorgere il dubbio che xylella faccia rima con trivella”.

Una posizione decisamente “sui generis” quella della senatrice leccese che mostra di dar credito alle teorie “complottiste” più oltranziste dando spazio anche all’ironia degli internauti. 
Fonte: http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=32837&id_rub=130

“complottiste” più oltranziste dando spazio anche all’ironia degli internauti? Come questi? o questi? Ricordati che Il "Troll" ha questo compito, abbassare le difese immunitarie di discernimento sulla popolazione non solo nella carta stampata e televisiva/giornalistica ma trova il suo terreno fertile anche nel WEB.
 
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bank-chart

Da 37 a 4 banche in 20 anni: il grafico. 

Scritto da MMJ in gennaio 19th, 2016.
“Se vi stavate chiedendo come alcune banche si siano insignite del fregio ‘troppo grandi per fallire‘, ecco un buon punto di partenza per capire. Questo grafico ci mostra come, nel corso degli ultimi due decenni, 37 banche si siano magicamente trasformate in sole 4 mega-banche. Questi colossi bancari, finora, sono stati immuni da qualsiasi conseguenza delle loro tremende decisioni che pongono l’intera economia mondiale in pericolo.” link

In realtà qui non stiamo assistendo a nulla di nuovo.
Già le crisi dei primi del ‘900, sistematicamente concepite ed esasperate dai grossi magnati finanziari, diedero vita negli USA al rastrellamento dell’oro, all’acquisto di moltissimi piccole banche da parte di giganti bancari e infine diedero la giusta scusa perché si creasse la Federal Reserve, ovvero la prima banca centrale privata che innescò i fraudolenti moderni meccanismi monetari basati sul debito.

La stessa cosa è avvenuta in tutti i settori imprenditoriali poiché il commercio, la competizione e la libera impresa generano automaticamente una lotta economica in cui la grande impresa ingloba la più piccola, con il risultato di creare oligarchie invincibili.

Se questo può tradursi in un pessimo affare per i consumatori (che vedono disattesa la promessa di ottenere prezzi e prodotti migliori grazie alla competizione) e per i lavoratori (le grandi corporazioni hanno più margine di influenza sulle trattative salariali, più capacità di sostenere cause giudiziarie e multe, più possibilità di delocalizzare), la cosa diventa tragica per tutti quando si guarda a settori chiave come l’informazione (negli USA 6 corporation detengono il 90% dei mass media) e appunto la finanza poiché si rende palese che le nostre vite dipendono da sempre meno persone che hanno capacità e libertà di manovra praticamente illimitate.

Quindi oggi non stiamo vedendo nulla di nuovo: è solo un meccanismo che sta dando i suoi frutti. E sono avvelenati.
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I delitti britannici. Altro che Litvinenko. 

di Maurizio Blondet 22 gennaio 2016
 
I telegiornali della sera ne parlano; è una grossa notizia:  “Probabilmente” l’ex agente del Kgb Alksandr Litvinenko, avvelenato nel 2006 con qualche goccia di polonio radioattivo nella tazza di tè di un albergo di Londra, è stato ucciso su mandato di Putin. Così ha decretato un giudice inglese. Il quale dice di aver visto “prove segrete” che indicano la responsabilità del capo del Cremlino.

Una accusa per credere alla quale, bisogna credere nell’alta moralità storica degli inglesi. Naturalmente il primo a credere all’alta moralità british è il premier David Cameron, che a Davos per il World economic forum ha tuonato: “Questa sentenza conferma quello che abbiamo sempre creduto: si tratta di un omicidio spaventoso commissionato da uno Stato. Ora Londra irrigidirà la sua linea con Mosca”. Alcuni titoli dai giornali britannici: Continua QUI

Curiosità ma ... non troppo
 

Carte di credito, specchietti… 5 cose estinte nel 2025
Carte di credito, specchietti retrovisori, postini, cavi e cavetti, perfino la proprietà privata: fra 10 anni saranno ricordi o al massimo cimeli

a cura di Redazione Blitz 

ROMA – Carte di credito di plastica? Nel 2025 saranno al massimo un articolo di modernariato: e non perché nel frattempo il contante avrà riconquistato le sue secolari prerogative. Semplicemente non serviranno più perché tutti i pagamenti verranno effettuati premendo un tasto sullo smartphone. L’obsolescenza di ciò che ci circonda dipende dalla velocità con cui le conquiste tecnologiche fanno presa sulle nostre abitudini e comportamenti.

E riguarda anche le persone (le funzioni che esercitano, s’intende): come i postini. Un cimelio saranno anche gli specchietti retrovisori o il groviglio di cavi e cavetti che infesta gli angoli delle nostre case. Tra le cinque cose che non vedremo più nel 2025, la speciale classifica dal Sole 24 Ore (ed è tutto dire) comprende, a mo’ di provocazione, anche l’attuale concetto di proprietà privata, sostituito dall’arrembante tendenza giovane di condividere, affittare e consumare ogni cosa giusto il tempo che ne abbiamo voglia o necessità invece che acquistarlo, occupare un garage, affollare gli scaffali in salotto (si pensi a Netflix o al car-sharing).

Carte di credito di plastica. Apple Pay, Android Pay e Samsung Pay, società che stanno implementando sistemi di pagamento digitali sempre più efficienti si incaricheranno di cancellare dalla faccia della Terra le piccole carte di credito attraverso le quali attingiamo alle nostre riserve vitali, i soldi. Tecnologia mobile o “wearable” saremo ancora più immuni da frodi e furti, semplici dati biometrici sostituiranno codici e password. Il fruscio del denaro contante echeggierà dalla notte dei tempi…

Specchietti retrovisori. Lasciamo perdere che già oggi molti automobilisti lo considerano tutto sommato un accessorio come un altro. E che già sono realtà sperimentali le auto che si guidano da sole. Lo specchietto retrovisore ha i giorni contati: telecamere posizionate alla bisogna vedranno per noi trasmettendo su un video frontale quello che accade dietro, di lato, fuori dalla nostra vista. Nel 2018 sarà obbligatoria negli Stati Uniti l’installazione di sistemi video che riprendano ogni fase della manovra e la trasmettano all’interno dell’abitacolo.

Postini. Sì, le mail hanno provocato l’estinzione di una civiltà che comunicava per corrispondenza. Ma per pacchi, plichi, cartoni…? Niente paura, un drone sta già sorvolando il tuo indirizzo.

Cavi e cavetti. Nel paradiso wireless che ci attende non li rimpiangerà nessuno, la nostalgia ne sarà impermeabile: con Bluetooth,  Wi-fi, la tecnologia NFC (Near Field Communication) e chi più ne ha… non ci ricorderemo nemmeno di aver abitato un’esistenza in una jungla di cavi, riduttori, doppie spine e ciabatte.

Proprietà privata. Dal momento che si tratta di una provocazione (motivata e intrigante), facciamo parlare Enrico Marro del Sole 24 Ore che l’ha proposta. 
Però quella della “sharing economy” è la direzione in cui già adesso stanno nuotando i nativi digitali, quelli che negli Stati Uniti chiamano “millennials”. Non hanno più i film in Dvd o la musica su Cd, ma le loro wishlist su Netflix o Spotify. Spesso non comprano ma si abbonano. Non muoiono più dal desiderio di possedere le colossali automobili-portaerei del vecchio sogno americano, così costose e inquinanti, ma sono per il car sharing. Magari da utilizzare con Uber. (Enrico Marro, Il Sole 24 Ore) 
Fonte
http://ningishzidda.altervista.org/

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