venerdì 2 maggio 2014

I due fratelli e le religioni imparentate

 ORIGINE SUMERA DELL'ISLAM

Spinto dalle domande rivoltemi da una lettrice riguardanti l’ Islam, ho deciso di mettere in forma di articolo il mio pensiero in merito. Un’ impresa ardua poiché il tema è estremamente articolato e coinvolge avvenimenti, luoghi e personaggi che abbracciano un arco di almeno 2500 anni. Per poter mettere in correlazione i vari punti è necessario suddividere la trattazione in vari aspetti. Sicuramente uno storico-geografico, uno linguistico, e uno prettamente religioso-simbolico.
La tesi che sostengo è che l’ Islam sia, come l’ ebraismo, una religione di derivazione sumera o quantomeno accadica. Mi spingo a sostenere inoltre che Maometto, il fondatore dell’ Islam, fosse un devoto al dio accadico Sin, il sumerico Nanna.
Come raggiungo queste conclusioni? Iniziamo con una analisi storica andando indietro nel tempo dalla nascita dell’Islam fino ai tempi di Akkad.
Il lato storico-geografico
Intorno all’ anno 610 il profeta Mohamad iniziò a ricevere le ‘rivelazioni’ da un dio, che verrà chiamato Allah, rivelazioni che continuarono fino all’ anno della sua morte, il 632. Queste rivelazioni venivano prima tramandate oralmente e poi messe per iscritto dai suoi discepoli, per essere poi standardizzate dopo la morte del profeta. Gli insegnamenti sostenevano che Allah fosse l’ unico dio, chiamato ‘il compassionevole’.
Il nome dato a questi insegnamenti fu ‘Islam’, ritenuto dall’arabo Al-Islam, termine al quale si dà tuttora il significato religioso di ‘completa sottomissione al dio’, ma che linguisticamente esprime solo il concetto di ‘completezza’.
Mohamad iniziò a diffondere i suoi insegnamenti a Mecca, il suo luogo di nascita, da dove fu costretto a migrare a causa dell’ ostilità verso i suoi insegnamenti. Si trasferì dunque a Medina, un posto che, vedremo, non scelse a caso; l’ anno in cui avvenne questa migrazione, il 622, è la data di inizio del calendario islamico, e il fenomeno di migrazione è ricordato come Egira.
Cosa era Medina? Perché Maometto scelse proprio quel luogo?
Di Medina abbiamo un riferimento risalente a circa 1100 anni prima, nelle cronache di re Nabunaid, ultimo sovrano di Babilonia tra il 550 e il 530 a.C.; egli, durante i suoi viaggi, si dovette recare nel villaggio di Iatribu, che successivamente diventerà Lathripa e ancora più tardi Medinah al-Munawwarah. Questo nome venne poi semplificato in Medineh o Medinet, da cui Medina.
Chi era Nabunaid? Figlio della sacerdotessa di Harran chiamata Adda-Gupi, era, come la madre, devota al dio accadico Sin, il sumero Nanna, pur se il suo nome era una teoforia relativa al dio babilonese Nabu, figlio di Marduk. Ai tempi di Nabunaid infatti il dio Sin era venerato in Babilonia pariteticamente a Marduk e a sua moglie Sarpanitum con suo figlio Nabu. La stele di Adda-Gupi ci rivela che, in qualità di sacerdotessa di Sin, ella strinse un patto con il suo dio: suo figlio Nabunaid sarebbe stato ‘un grande re’ se avesse restaurato il culto del dio Sin nei suoi luoghi originari e se avesse portato questo culto nella sua terra. Uno dei luoghi dove Nabunaid instaurò il culto di Sin fu appunto Iatribu – Medina, città che si trova, così come Mecca, nella parte più ad ovest della penisola arabica, la penisola del Sinai, il cui nome deriva appunto da quello del dio Sin.
Il lato linguistico
Abbiamo detto che Sin era il nome accadico del sumero Nanna. Questa divinità veniva chiamata Nanna, e il suo nome veniva scritto variegatamente in due forme: Shesh.Ki (fratello della terra) e Nar.Nar (lo splendente).
La città di Medina, ai tempi di Maometto, aveva come nome completo Medina-alMunawwarah, che significa letteralmente ‘la città splendente - radiante’.
Il nome Nabu-naid significa ‘Lode di / a Nabu’, poiché –NA-ID deriva dall’ accadico NADU, il verbo ‘lodare’. Lo stesso verbo in arabo è espresso dalla radice HMD, che compare nel nome di Mohamad, tradotto in genere come ‘il lodato – il degno di lode’.
Il nome dato al movimento di Maometto, Islam, viene fatto derivare da Al-Islam, tradotto come ‘la completezza – la totalità’, intendendo la totale sottomissione a Dio. Ma il nome Islam deriva invece dall’ accadico SALAMU, a suo volta derivato dal sumero SILIM, entrambi aventi il molteplici significati tra cui ‘essere in salute – seguire – essere completo – mantenere – completare – aver cura di’. L’ analisi degli scritti mostra che l’ accadico Salamu corrisponde all’ arabico SALAM (generalmente tradotto con ‘pace – calma’), il quale si scrive esattamente come Islam poiché derivati dalla radice comune SLM.
Il lato religioso-simbolico
Secondo l’ Islam il ‘padre’ degli arabi, e quindi padre antico del culto, è la figura biblica chiamata Ismaele.
Ismaele era il fratellastro di Isacco, ed entrambi erano figli di Abramo, il patriarca riconosciuto come padre dell’ ebraismo. Il simbolo dell’ Islam è la falce di luna, che era anche l’ esatto simbolo del dio Sin, inoltre i nomi degli dei accadici erano sempre scritti con una stella davanti, il determinativo ‘dingir – an’.

 
Il calendario islamico è un calendario lunare, e Sin era il dio lunare accadico.
Uniamo i puntini
A questo punto abbiamo tutti gli elementi per poter stabilire il percorso che ha portato da Akkad alla nascita dell’ Islam, e questo ci porta a interessanti paralleli con la religione ebraica e la origine comune delle due religioni, entrambe di matrice accadica e strettamente imparentate (nel vero senso della parola).
Il dio sumero accadico Nanna – Sin (lo splendente) nel pantheon accadico era fratello del dio Ishkur – Adad, che nel mio articolo ‘La nascita di Yahweh’ ho identificato con il biblico Yahweh (identificazione ancora più spinta nell’articolo ‘Il Yahweh pre-esodo’). Intorno al 2000 a.C., il patriarca Abramo è contattato da Ishkur sotto il nome di El-Shaddai, il quale gli promette una lunga discendenza attraverso i suoi figli se gli sarà devoto. Abramo ha due figli: Ismaele e Isacco. Ismaele viene allontanato assieme a sua madre Agar, e si stabilisce nella penisola del Sinai, che diverrà patria degli Arabi, mentre Isacco avrà un figlio, Giacobbe, che diventerà Israele, reputato capo della stirpe ebraica. Intorno al 1850 Giacobbe si trasferisce in Egitto, dove il suo popolo rimarrà per 4 secoli, fino a che il suo discendente Mosè riceverà la visita di El Shaddai stavolta con il nome biblico di Yahweh, il quale lo conduce a pellegrinare nel deserto del Sinai, fino ad arrivare in una ‘terra promessa’ nei pressi della Giordania: inizia così, intorno al 1400 a.C., il propagarsi della religione e del popolo ebraico.
Facciamo un salto avanti di circa 9 secoli, e troviamo il dio Sin adorato a Babilonia assieme a Marduk e Nabu, due figure ‘antitetiche’ all’Ishkur-Yahweh adorato dagli ebrei. E’ proprio a questo periodo (tra il 580 e il 540 a.C.) che risale la famosa ‘cattività babilonese’ del popolo ebraico, terminata proprio durante l’ ultimo decennio di regno di Nabunaid. Questo re, stranamente, aveva abbandonato l’adorazione del dio nazionale Marduk per elevare di ruolo il dio Sin. Come detto, lo fece perché sua madre era una sacerdotessa proprio del dio lunare, e uno dei luoghi di culto di Sin fu proprio la città che successivamente venne chiamata ‘Medina’. 1100 anni dopo, da questa stessa città, il profeta Mohamad iniziò a diffondere il culto di Allah, un dio con gli stessi attributi di Sin, il suo culto ha tutte le caratteristiche del culto di Sin.
A questo punto riassumiamo la situazione:
  1. Gli ebrei hanno come capostipite di riferimento Isacco, fratello di Ismaele, capostipite di riferimento degli arabi
  2. Ishkur nell’ebraismo cambia nome in Yahweh, Sin nell’islam cambia nome in Allah. Entrambi sono nomi che indicano ai devoti un concetto di ‘non identificazione’. Yahweh è il ‘EYEH’ con il significato di ‘Sono colui che sono’, mentre Allah è ‘AL-ILAH’ con il significato di ‘Il dio (unico)’.
  3. Allah, dio degli arabi, era Sin, fratello di Ishkur, divenuto come Yahweh dio degli ebrei.
  4. Il luogo da cui parte con Maometto il culto di Allah era una delle ultime città in cui era stato ristabilito il culto di Sin da Nabunaid
Gli dei di ebrei e arabi erano fratelli.
I ‘padri’ della discendenza di ebrei e arabi erano fratelli.
Di fatto, ebraismo e islam, sono religioni imparentate.

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