giovedì 27 febbraio 2014

Windows XP addio

Windows XP, addio definitivo l'8 aprile 2014. 
E gli hacker preparano la festa 

Windows XP, addio definitivo l'8 aprile 2014. E gli hacker preparano la festa 

2014: Windows XP arriva al capolinea. 
Le ragioni dell'addio. 

(..) 8 aprile 2014: una data da segnare. Perché, dopo oltre dodici anni, giunge al capolinea l'avventura di Windows XP. Quel giorno, infatti, Microsoft rilascerà gli ultimi aggiornamenti per il sistema operativo più longevo della sua storia (ha esordito sul mercato nell'estate del 2001), quello con cui hanno imparato a familiarizzare decine di milioni di utenti nel mondo. A comunicarlo lo stesso colosso informatico di Redmond con un messaggio stringato ma quantomai eloquente: "Ora è il momento di passare ad un più moderno sistema operativo Windows e modernizzare l'infrastruttura IT". Tradotto: fine dell'avventura, XP va' in pensione.

La scelta è ufficialmente legata alla policy di Microsoft sul ciclo di vita del supporto, creata grazie ai suggerimenti degli utenti e inaugurata nel 2002, secondo cui tutti i prodotti ricevono aggiornamenti puntuali per minimo dieci anni, dopodiché non viene più assicurata la risoluzione degli errori; proprio quello che sta accadendo per XP. Anche se qualcuno maligna che l'abbandono del sistema operativo sia dettato da una ragione commerciale: porre fine alla forte resistenza che la maggior parte degli utenti ha nel passare ai nuovi sistemi operativi di casa Microsoft e rilanciare le vendite degli applicativi.

Perché, nonostante ben tre differenti prodotti (Vista, 7 e 8) abbiano tentato di raccogliere la pesante eredità di XP, il sistema più vecchio dei quattro risulta ancora installato su un terzo dei computer del mondo. Secondo le recenti statistiche, infatti, Windows XP è presente sul 30% delle macchine, superato solo da Windows7 (al 47%) ma di gran lunga preferito rispetto a Vista (che non supera quota 5%) e al recente Windows 8 (ancora fermo al 7%).


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Nel frattempo, però, gli utenti di internet sono cresciuti dai circa 360 milioni del 2001 ai 2 miliardi e mezzo di oggi. Le connessioni veloci e wi-fi sono sempre più diffuse. Sono nati i social network, i programmi di video-chiamata e video-chat. I contenuti sono diventati molto complessi e impegnativi per computer e piattaforme. Così, lo scenario tecnologico nel quale è partita l'avventura di XP è attualmente paragonabile a due o tre ere geologiche fa. Mentre lo stesso XP è sempre meno in grado di assecondare i continui cambiamenti del settore e l'evoluzione tecnologica.

Pc sotto attacco. Ma dietro una scelta assolutamente legittima si aprono anche altri scenari. Primo su tutti quello relativo alla sicurezza. Nell'ultimo anno, da quando è arrivata l'ufficialità dell'abbandono di XP, esperti ed analisti hanno tentato più volte di lanciare l'allarme, richiamando l'attenzione sulle conseguenze (e soprattutto sui rischi) della fine del supporto. Voci sinora passate piuttosto in sordina ma che, a conti fatti, dovrebbero interessare qualche centinaia di milioni di utenti. 


Ma quali sono questi rischi? Molto semplice. Il prossimo 8 aprile sarà online l'ultimo pacchetto di aggiornamenti per la produttività e la sicurezza destinati a Windows XP (e, contemporaneamente, a Office 2003). Da quel giorno Microsoft non fornirà più alcuna patch di correzione né assistenza tecnica e i computer che continueranno a connettersi in rete saranno ogni giorno più esposti ad attacchi di virus, spyware e malware che potranno così creare notevoli problemi di funzionamento del PC, se non proprio rubare informazioni private. Anche se i veri problemi dovrebbero arrivare solamente trenta giorni dopo, durante il 'patch-day' di maggio (il primo che escluderà XP). Inoltre, gradualmente, pure i fornitori di software, hardware e accessori smetteranno di supportare i loro prodotti su XP non rilasciando più aggiornamenti e driver. Contribuendo a creare condizioni di lavoro sempre meno sicure.

È stato Tim Rains in persona, direttore del gruppo Trustworthy Computing di Microsoft, a rinnovare l'allerta: "Il mese successivo al ritiro di Windows XP - si legge in una nota - criminali informatici di tutto il mondo inizieranno ad effettuare il reverse engineering degli aggiornamenti rilasciati per verificare se le vulnerabilità corrette nei sistemi operativi più recenti siano invece presenti su Windows XP". In pratica, i pirati informatici potranno sbizzarrirsi in un ambiente vulnerabile e che tale rimarrà per sempre. A meno che si decida di non connettersi mai in rete e di non collegare al pc periferiche di archiviazione che potrebbero eventualmente contenere minacce informatiche. Insomma una campana di vetro non proprio realisticamente sostenibile.

Privati e aziende di fronte a un bivio. Cosa fare? Oltre all'impraticabile soluzione di isolare il più possibile i computer, evitando che si colleghino in rete (evitando anche 'intrusioni' wireless), una follia per un'epoca in cui si è costantemente connessi, sarebbe quindi preferibile fare un upgrade, optando per i sistemi operativi di ultima generazione, più performanti e sicuri. È solo questione di budget. E se, ragionando per assurdo, questo passaggio potrebbe essere un sacrificio sopportabile (ma non cruciale) per utenti sporadici diventa invece necessario per aziende, società e per quanti hanno nel computer lo strumento principale di lavoro. Pensiamo a tutte quelle realtà lavorative sempre collegate in rete. 


L'assenza di difese potrebbe presto portare alla sottrazione di dati sensibili di clienti e dipendenti, alla distruzione di documenti riservati, a gravi perdite economiche.

Per questo, negli Stati Uniti le autorità federali hanno già messo sull'attenti gli istituti bancari: in caso di furto delle informazioni dei correntisti (codici di carte di credito, estremi del conto corrente, dati personali) a causa del mancato aggiornamento del sistema operativo saranno chiamati a risponderne penalmente. Nel nostro Paese sarà invece compito del Garante della privacy tracciare delle linee guida in tempo per tamponare l'emergenza.

Anche se, in alcuni casi, per le imprese diventa quasi impossibile fare il grande passo visto che esistono software gestionali, siti intranet e reti hardware aziendali che ancora funzionano solo con l'accoppiata XP-Internet EXPlorer 6 (browser di navigazione non supportato dai sistemi operativi più recenti). E cambiare l'intero parco informatico diventa un impegno economico non da poco. A tal proposito Microsoft ha recentemente lanciato un'offerta dedicata alla piccole e medie imprese americane, in modo tale da permettergli di aggiornare i loro sistemi e metterli in sicurezza senza andare incontro a spese esorbitanti. Anche in Italia si potrebbe seguire una strada del genere.

Gli altri sistemi operativi. Ma, in condizioni 'normali', quali sono i passi da seguire per aggiornare il proprio Pc e non farsi trovare impreparati all'appuntamento dell'8 aprile? Se si volesse restare in ambiente Microsoft, il miglior percorso di upgrade è sicuramente passare al suo prodotto più nuovo: Windows 8.1 Pro, che unisce alla caratteristiche di base già presenti in Windows 7 notevoli miglioramenti sulla sicurezza, sui tempi di avvio e risposta ai comandi, garantendo anche piena compatibilità con i dispositivi touch e con le applicazioni di ultima generazione. 


Si tratta di una piccola spesa, soprattutto se paragonata con i costi di manutenzione periodica, quasi obbligatori nel caso di un sistema in pericolo come XP. A quel punto, però, sarà quasi obbligatorio l'acquisto di una macchina in grado di reggere un os moderno e complesso. Una spesa che non tutti sono intenzionati o possono affrontare. Una soluzione transitoria potrebbe essere passare a Windows 7, ma sarà un'alternativa tampone visto che, già nel 2020, anche questi sistemi operativi apparteranno al passato e non saranno più aggiornati.

Una valida alternativa, soprattutto nel caso di computer più 'datati', potrebbe venire dall'open source. Peppermint, Lubuntu e EasyPeasy sono tre ottime varianti del sistema operativo Linux, molto leggere e particolarmente adatte per mantenere in vita persino i Pc più vecchi, compresi netbook e mini-pc. Cui va naturalmente aggiunto il più classico Ubuntu, in costante aggiornamento e per questo forse più adatto a computer recenti. Per chi, poi, volesse cambiare completamente aria c'è sempre la famiglia Apple ad attenderlo a braccia aperte. Anche se torna pesantemente in ballo una questione di base: il cambio totale di hardware, abbandonando i Pc compatibili con Windows e procedendo all'acquisto di un computer della Mela. Nonostante anche sul Mac si possa installare Windows e scegliere all'avvio del sistema quale piattaforma usare. (..)


l lungo countdown è iniziato. Rimangono tre mesi di tempo per fare la propria scelta. Dopodiché inizierà una nuova era: quella del 'dopo XP'. dopo quella del post-pc.

Fonte: http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php?mod=read&id=1393267187
Fonte: http://www.repubblica.it

4 commenti:

  1. Di tecnologia me ne intendo, il problema è che molte aziende ancora utilizzano xp e non si decidono ad aggiornare. In ogni caso i nuovi pc e sistemi operativi sono sempre più improntati verso il cloud Computing, attraverso il quale la Microsoft stessa ha accesso ai dati dell'utente

    Ciao Wlady :)

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  2. ... esatto! Sono degli spioni loro stessi, ecco perché mi sono affezionato all'ottimo prodotto di XP e prima ancora a Winndows 98.

    Non so chi sia meglio, i nuovi sistemi operativi come Windows 7 o 8.1 e/o gli hackers stessi.

    Son troppo vecchio per studiarmi un sistema operativo come Linus, continuerò con XP finché posso...

    Ciao Cresh :)

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  3. Ma porca miseria, l'unico sistema "stabile" di winzozz, anche io continuerò finche posso almeno fino ad ottobre poi faccio il salto e passo al imac e quindi al sistema os.

    Ciao Wlayd

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    1. ... vero l'unico sistema dopo il 98 stabile, window 2000 e vista sono delle porcate, il 7 e l'8.1 non li conosco, ma se sono sicuri (si fa per dire) per gli hackers, lo sono meno per gli spioni d'oltreoceano.

      Ciao Zak

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