giovedì 29 dicembre 2011

"Il dio che ritornò dai cieli"


Licrociarsi delle strade di Marduk e di Abramo ad Harran fu solo una fortuita coincidenza, o Harran fu scelta dall'invisibile mano del fato?

E' una questione fastidiosa, che richiede una risposta da indovini, poiché il luogo in cui Yahweh aveva scelto Abramo per un'audace missione e dove Marduk fece la sua comparsa dopo un'assenza di mille anni, fu più tardi il luogo in cui una serie di eventi incredibili - eventi miracolosi, si potrebbe dire - cominciarono a susseguirsi.

Furono avvenimenti di portata profetica, che influenzarono sia le questioni umane  sia quelle divine. Gli eventi chiave, raccolte per i posteri da testimoni oculari, cominciarono e finirono con l'adempimento delle profezie bibliche riguardanti l'Egitto, l'Assiria e Babilonia; e includevano la partenza di un dio dal suo tempio e dalla sua città, la sua ascesa ai cieli, e il suo ritorno dai cieli mezzo secolo più tardi.

E, per una ragione forse più metafisica che geografica o geopolitica, molti degli eventi cruciali degli ultimi due millenni del conto cominciato quando gli déi, riuniti in consiglio, decisero di assegnare all'Umanità la civiltà, ebbero luogo ad Harran o nei suoi pressi.

I dettagli di una tavoletta che facevano parte di una corrispondenza reale di Assurbanipal, il figlio successore di Assaraddon, si evince l'intenzione che Asarrandon meditava di attaccare l'Egitto, dirigendosi a nord invece che a ovest alla ricerca del tempio in legno di cedro di Harran. Lì vide il dio Sin appoggiato a un bastone, con in testa due corone. Il dio Nasku gli stava difronte. Il padre di sua maestà il mio re entrò nel tempio.

Il dio gli pose una corona sulla testa, e disse: "Viaggerai verso le nazioni, e ne sarai il conquistatore!" Egli partì e conquistò l'Egitto (Nasku, scopriamo nella lista degli Dèi sumeri, era un membro dell'entourage di Sin). 

L'invasione dell'Egitto da parte di Assaraddon è un fatto storico, che conferisce completa veridicità alla profezia di Isaia. I dettagli sulla deviazione di Harran sono un'ulteriore conferma della presenza del luogo, nel 675 a.C., del dio Sin; poiché fu solo molti decenni più tardi che Sin s'infuriò con la città e il suo popolo e se ne andò - nei cieli.


Oggi Harran è ancora là dov'era al tempo di Abramo e la sua famiglia. Fuori dalle mura sgretolate della città (mura che risalgono al tempo della conquista islamica) il pozzo dove Giacobbe incontrò Rebecca fornisce ancora acqua, e nella pianura circostante le pecore brucano ancora come facevano quattro millenni fa.

Nei secoli passati Harran fu un centro di insegnamento e letteratura, dove i Greci dopo Alessandro ebbero accesso all'intera conoscenza dei "Caldei" (gli scritti di Berossus furono uno dei risultati), e dove molto più tardi i Mussulmani e i Cristiani scambiarono le proprie culture.

Ma l'orgoglio del posto era il tempio dedicato al dio Sin, nelle cui rovine le testimonianze scritte di eventi miracolosi riguardanti Nannar/Sin sono sopravvissute per millenni. Le varie testimonianze che non erano assolutamente un pettegolezzo, ma racconti di alcuni testimoni oculari.

Non dei testimoni anonimi, ma una donna Adda Guppi, e suo figlio Nabuna'id. Non era affatto, come potrebbe accadere ai giorni nostri, uno sceriffo di paese e sua madre che raccontano di aver visto un UFO in qualche zona disabitata. Era la somma sacerdotessa del grande tempio di Sin, un santuario consacrato e riverito già da millenni prima di lei; suo figlio era l'ultimo re del più potente impero della Terra a quei tempi, Babilonia.

La somma sacerdotessa e il re suo figlio riportarono i fatti su stele - colonne di pietra iscritte in caratteri cuneiformi, accompagnati da figure pittoriche. Quattro di esse sono state trovate nel XX secolo dagli archeologi, e si ritiene che le stele siano state poste dal re e da sua madre a ogni angolo del ripristinato tempio di Harran dedicato al dio della Luna, il E.HUL.HUL ("Tempio della Doppia Gioia").

Una copia di stele riportavano la testimonianza della madre, le altre due riferiscono la parola del re. La partenza e l'ascesa al cielo del dio Sin, sono riportate nelle stele di Adda Guppi, somma sacerdotessa del tempio.

Con un evidente senso della storia e con lo stile di un esperto funzionario del tempio, Adda Guppi fornì le date precise degli sbalorditivi avvenimenti; date messe in relazione come era d'uso, con gli anni di regno dei re conosciuti, che potevano essere perciò - come furono in effetti - verificati dagli studiosi moderni. Nella stele meglio conservata, catalogata dagli studiosi come H1B, Adda Guppi cominciava così (in lingua accadica) la sua testimonianza scritta:
Sono la signora Adda Guppi,
madre di Nabuna'id, re di Babilonia,
devoto agli dèi Sin, Ningal, Nisku
e Sadarnunna, le mie divinità
le mie divinità sin dalla mia infanzia.
Fine prima parte

Fonti:
Zacharia Sitchin, "Il Codice del Cosmo" 2002 p. 235

Articoli correlati:
http://zret.blogspot.com/2011/12/i-prodigi-di-giuseppe-flavio-seconda-ed.html#comment-form
http://zret.blogspot.com/2011/12/i-prodigi-di-giuseppe-flavio-prima.html 

®wld

2 commenti:

  1. Ciao wlady, mi ha molto incuriosito il racconto di come gli Annunaki riempissero l'atmosfera terrestre con polvere d'oro alla fine di un'era una sorta di aerosol ante-litteram.
    Più passa il tempo e più ho la sensazione che ci apprestiamo a vivere eventi decisivi il famigerato 2012 è oramai alle porte. Gli dei torneranno?

    RispondiElimina
  2. Ciao Gigettosix, gli Anunnaki, non riempivano l'atmosfera terrestre d'oro, ma il loro pianeta "Nibiru", perché stava perdendo la sua atmosfera, almeno così il professore Zacharia Sitchin scriveva nei suoi libri.

    Probabilmente la Terra era per loro un pianeta accessibile per la loro sopravvivenza per la ricerca dell'oro e per la vita, ciò che negli altri pianeti del nostro sistema solare si poteva trovare oro in abbondanza, ma non per poterci vivere.

    Credo che gli déi non se ne siano andati del tutto, e che in qualche anfratto della terra siano presenti, non solo sulla terra ma probabilmente anche sul nostro satellite la Luna, e su Marte, dove gli Igi.gi, (quelli che dal cielo scesero sulla Terra), stazionavano e forse ancora stazionano, tutti in attesa del ritorno del pianeta millenario "Nibiru".

    I tempi si stringono, quello che successe in passato potrebbe verificarsi ancora; credo che la Terra sia il loro laboratorio biologico e noi le cavie d'allevamento per gli esperimenti, così come noi facciamo con i nostri inquilini animali...

    Ciao

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.E' gradito il nome o il nikname