mercoledì 1 dicembre 2010

“una colicistite quasi mortale”


UNA COLECISTITE
LUNGA DUE MESI


Questa è la vera storia di quello che mi è successo 
dal 08 d’ottobre al 19 novembre del 2009, 
“una colecistite quasi mortale”

Prima di raccontare l’accaduto (alla mia persona) vorrei qui dire alcune cose e delucidazioni su cosa sia una colica biliare e le sue complicanze nell’ambito del decorso. 

Premessa: 

La colecisti è una piccola sacca posta sotto il fegato e precisamente a destra, sotto lo sterno della cassa toracica, questa piccola otre o vescica, raccoglie la bile che secerne il fegato e la immette nei piccoli dotti (chiamati anche coledoco nella fase di uscita) che sono indirizzati alla colecisti, dove è raccolto la bile che a sua volta è rilasciata nel basso intestino per digerire i cibi che s’ingeriscono, facilitando così la digestione, e l’espulsione delle scorie attraverso l’in.
Le cause delle coliche biliari sono
molteplici e ne elenco qui qualcuna: 

1) L’obesità 

2) Il dimagrimento repentino in poco tempo (io ho perso 12kg in un mese per il dolore quando mia moglie è deceduta) 

3) accumulo di Sali minerali contenutinelle verdure (per chi è strettamente vegetariano) 

4) accumulo di grassi (colesterolo) animali.

La maggior parte della popolazione mondialeper circa l’80% ha i calcoli alla Cistifellea ma non sa di averli se non hadelle coliche che le facciano fare degli accertamenti mirati come una ecografia all’addome, e anche se vengono riscontrati senza avvertire dolore (coliche) non necessariamente devono essere operati, vi è da dire che i grossi calcoli non sono quelli che fanno venire le coliche ma sono di solito quelli piccolissimi grandi come un granello di riso che si infilano nei dotti biliari (coledoco) che fanno venire le coliche anche dolorosissime a volte come nel mio caso, a volte nella cistifelia si può formare della sabbia o palta che può portare L’itero fuori parametro colorando la cute e le urine di un giallo molto forte a volte che tende al verde e le feci di colore argilla, tutto questo quando è molto alta la bilirubina nel caso dei calcoli biliari, in questo caso ci sono dei medicinali che sciolgono e rendono fluida la bilirubina, questo acido che scioglie i liquidi della bile raccolta nella cistifelia è l’acido ursodesossicolico,naturalmente è sempre meglio un parere di un medico specializzato.

Fatta questa piccola premessa, eccomi al racconto della mia piccola odissea:

il 27 di agosto del 2008 a fine vacanze ho avuto una piccola colica, (la mia prima ma non consapevole che fosse veramente una colica biliare), dopo quasi sette ore di questo mal di stomaco (è così che si manifesta) e sempre in crescendo, decisi di recarmi al pronto soccorso, venni quasi subito visitato ed intervistato sui sintomi e la densità del dolore, e dopo una puntura intramosculare di voltaren e successiva flebo di antispasmodico, il dolore si attenuò fino a sparire del tutto, mi sembrava di rinascere a nuova vita dopo sette ore di sofferenza, successivamente il medico di turno mi fece fare i soliti analisi ematocriti e una schermografia all’addome e in ultima analisi una ecografia da dove si evidenziavano molto bene due calcoli di colesterolo uno della misura di 2cm ed un altro della misura di 1cm.

Il medico di guardia del pronto soccorso mi spiegò che in questi casi non ci sono molte cose da fare … bisognava togliere la cistifellea onde evitare complicazioni, ma visto che ero alla mia prima colica biliare, mi consigliò di farmi rivedere successivamente, ed in quella occasione si sarebbero presi eventuali provvedimenti; nel frattempo (vista l’infiammazione della colecisti) mi mise sotto protezione per una settimana con degli adeguati antibiotici, con la riserva di farmi rivisitare sempre da Lui (il medico di guardia) dopo sei giorni.

Come sempre succede, (quando si sta bene) mi dimenticai molto presto di quel consiglio molto appropriato e mirato che il medico mi fece, passai gli ultimi giorni d’estate senza mai accusare nessun dolore, fino alla primavera successiva, quando iniziarono in sordina i lievi mal di stomaco che si concentravano al centro del plesso solare e piano, piano sempre in crescendo si irradiavano alla parte destra fino a prendermi la schiena sotto la scapola destra, naturalmente mi attrezzai per l’occasione con degli antidolorifici come il volatren da somministrarmi personalmente in via intramuscolare; purtroppo i dolori si fecero sempre più vicini nel tempo, era quasi un appuntamento settimanale, il fine settimana tra il sabato e la domenica mi ritrovavo nel problema, ormai era una situazione insostenibile, non potevo più dilungarmi oltre (anche perché stavo molto male ed ogni volta sempre peggio e non potevo intossicarmi con i farmaci) bisognava prendere una decisione radicale (farsi operare), in quel periodo della primavera del 2009, (stavo ancora lavorando) e mi sono fissato una data per per risolvere definitivamente il problema di colecisti, ma … ma … mi mancavano solo pochi mesi per la mia uscita definitiva dal lavoro per andare in pensione, e così decisi che la cosa ottimale era quella di arrivare all’anelato traguardo della meritata pensione per poi dedicare alla mia persona tutto il tempo necessario per curarmi; e così feci, a giugno del 2009 mi dimisi dal mio posto di lavoro; passai l’estate in relativa tranquillità senza dolori, ma a settembre ricominciai con le coliche molto dolorose, così dopo l’ennesima corsa al pronto soccorso dell’ospedale decisi di prenotarmi per l’operazione della colecisti, i tempi di attesa non erano biblici come in altri casi ma comunque molto in là nel tempo, si parlava di 3/4 mesi di attesa, sconfortato dal lungo periodo presi atto della notizia e mi prenotai per l’intervento.

Non passarono molti giorni che il giorno 08 ottobre (dopo aver chiamato il 118) il solito medico di guardia viste le mie condizioni precarie e la prenotazione fatta a suo tempo decise di ricoverarmi in reparto, ero molto sollevato vista la lunga lista di attesa, ma non sapevo ancora a cosa poi sarei andato incontro.

Ero ormai ricoverato in reparto da diversi giorni con flebo di soluzioni fisiologiche attaccati al braccio con antidolorifici e antibiotici annessi nonché protettori gastrici, insomma un bel cocktail di medicinali; avevo perso il sonno perché le varie infusioni mi portavano al bagno ogni ora, il digiuno che mi era stato imposto dall’equipe medica ormai si protraeva da quasi una settimana e vedevo il mio corpo deperire giornalmente (anche se le flebo mi sostentavano) il mio deperimento organico cominciava a dare le sua avvisaglie come la perdita di peso, non ultima si era aggiunta la colorazione dell’epidermide di un colore giallognolo, che i medici non avevano ancora riscontrato, fui io a dire al medico: ma scusi Professore non mi trova un pochino giallo? Si mi rispose il medico effettivamente la trovo giallo, facciamo delle analisi specifiche e vediamo la bilirubina a che livello è; beh la bilirubina era al livello 8 il suo valore normale va da 0,25 a 1 massimo, era inequivocabile che il sangue si stava avvelenando a causa di qualche ostruzione biliare.

Venni subito indirizzato a fare una risonanza magnetica semplice per vedere se le vie biliari erano ostruite, e successivamente una risonanza magnetica con liquido di contrasto (avevano sbagliato i medici nella richiesta) questo succedeva un martedì, ma la risonanza magnetica era stata prenotata dall’ospedale per il martedì successivo, una settimana di calvario prima di fare l’esame, anche perché ormai ero a digiuno da 15 giorni, naturalmente non avevo appetito (tolti i primi giorni) lo stomaco si era chiuso, continuavo con i vari flebo e non riuscivo a capire come mai mi stessero ancora somministrando degli antidolorifici, quando in realtà non avevo più dolori da quando sono stato ricoverato, decisi allora di andare a chiedere lumi al Professore che era anche il Primario del reparto … insomma il capo, e dopo aver chiesto del protocollo che mi stavano applicando, mi fu data una risposta stizzita da parte del Primario, chiedendomi di fare il bravo e di fare giudizio, dopo aver chiesto cortesemente che cosa servissero tutti quegli antidolorifici, mi venne data una risposta poco chiara, mi fu detto che il protocollo e la cura che mi stavano somministrando serviva a mettermi sotto protezione, accettai di buon grado (anche se non convinto del tutto) il verdetto del Primario e mi quietai aspettando il giorno della risonanza magnetica che loro chiamano colangiografia, quel giorno arrivò e mi venne fatta la risonanza magnetica dal quale si evidenziava una ostruzione del coledoco (la parte che fuoriesce dalla cistifellea e si immette nello stomaco basso dove viene rilasciata la bile) una ostruzione pari a 5mm. Come la dimensione di una lenticchia, questa ostruzione provocava l’interruzione della bile allo stomaco (anche se non mi recava dolore) il coledoco e/o tubicino che collega la cistifellea allo stomaco basso andava liberata, per liberare il coledoco bisognava fare una “RCP” che nel gergo si chiama “Gastroscopia” cioè scendere dalla bocca con un tubicino attrezzato di luce e bisturi e sacchetto per raccogliere l’intrusione (la famosa lenticchia).

Passarono ancora tre giorni, diventavo sempre più giallo le urine erano ormai di colore arancio, gli escrementi di colore argilla, il non riposare, il non alimentarmi (ne di giorno e ne di notte) mi aveva reso molto debole, avevo già perso circa 5kg, e tutti di muscolatura, il corpo si stava cannibalizzando, visto che di grassi non ce n'erano più l’unica cosa che si poteva intaccare erano i muscoli, (l’ospedale comunque indebolisce a prescindere).

Finalmente la famosa “RCP” (Gastroscopia) mi venne effettuata, mi spruzzarono in bocca una specie di anestetico (presumo novocaina), e mi fu detto di deglutire per anestetizzare anche lo stomaco, mi fecero una intramuscolare di un calmante, mi misero in bocca un boccaglio con un buco dove venne inserito un tubo attrezzato per la bisogna, sdraiato supinamente con la faccia leggermente rivolta a destra, inizio l’operazione per l’estrazione del calcolo che si era fermato nel coledoco, mi fu tagliata la papilla (ho sentito un pochino di dolore) la pinza venne inserita per afferrare il calcolo di 5mm. E tutto finì, fui lasciato ancora un pochino su di un lettino volante per poi essere riportato in reparto.

Non stavo molto bene, un dolore (sopportabile) nel basso stomaco non tendeva a lenirsi; rientrato in reparto dissi al Primario: il sassolino (calcolo) è stato tolto, lui mi rispose tutto soddisfatto bene, bene adesso può nutrirsi anzi disse all’infermiera: dieta libera al paziente, naturalmente io che non stavo molto bene dissi al Primario senta dottore: ho un dolore diffuso nel basso dello stomaco non un male insopportabile ma un male continuo, rimase perplesso per alcuni secondi e mi disse di continuare la dieta ad acqua e flebo sospendendo la prima istanza di alimentarmi con dieta libera, finché non si erano fatti gli esami del sangue che dovevano dare un parere sia sulla bilirubina che sulle condizioni del pancreas e di tutto l’apparato epatico.

Con molto sconforto aspettai le sei del mattino che mi venisse fatto il prelievo per vedere se gli esami del sangue davano esito positivo, non fu così purtroppo, l’operazione che avevo fatto la “RCP” Gastroscopia mi aveva fatto incazzare il pancreas portandolo a dei valori molto alti 2000 invece di 100.

Il mio digiuno continuava ormai erano 20 giorni, tutta l’equipe medica non voleva ammettere che ci fosse stata una pancreatite dovuta all’intervento della Gastroscopia, finché un medico fuori dal coro ammise che si!! Vi era stata una pancreatite e che bisognava far scendere le minasi (così si chiamano nel gergo medico per il pancreas) le minasi scesero prima a 800 e nei successivi controlli del sangue a 102, la pancreatite era rientrata, ma non la bilirubina che continuava a salire da 8 era passata a 12 e successivamente a 17 per andare fino a 21 e oltre fino a 30, io ero sempre più giallo e sempre più debole perfino il farmi la barba ogni mattina era diventata una cosa molto complicata, le flebo sempre attaccate con flaconi di ogni tipo, il trespolo che conteneva le flebo e che mi portavo in giro per il reparto e ai servizi igienici, sembrava un lampadario in stile impero, di notte non vi era tregua mi cambiavo la giacca del pigiama ogni volta che mi assopivo perché il sudare la inzuppava, la debolezza e tutti i liquidi che mi venivano somministrati oltre a farmi andare al bagno  ogni ora impedendomi di dormire un sonno ristoratore, mi faceva sudare e costringendomi al cambio della giacca del pigiama.

Era ormai 30 giorni che giacevo inerme in ospedale e dopo aver rinviato per ben due volte l’operazione da parte di un medico scrupoloso, che non riteneva opportuno operarmi con un così alto valore della bilirubina decise di dimettermi nonostante il valore era 20 volte superiore al minimo consentito, mi venne detto che sarebbe meglio che ritornassi a casa a rimettermi (visto che si sono accorti del mio deperimento organico e il mio eccessivo dimagrimento) alimentandomi, anche con proteine animali (io sono vegetariano), per poi fare i dovuti analisi del sangue per vedere se fossero rientrati e per fissare una data per l’operazione,

Non avevo parole per controbattere questa decisione e accettai di buon grado il verdetto.

Purtroppo le cose non vanno sempre come noi vorremmo, avevo preso la cosa dibuon grado il fatto di ritornare a casa non mi eccitava come avrebbe dovuto ma accettai il fatto di rimettermi in carne per affrontare l’operazione con più energie ed avere un decorso operatorio più favorevole, mi alimentai la stessa sera con alimenti animali anche se ero contrario, mi feci una bistecca con un pochino di insalata verde, (erano 30 giorni che non mi alimentavo con alimenti solidi)  dopo cena avvertii subito un dolore alla parte destra sotto il fegato un crescendo di dolore che mi portò subito a chiamare l’ambulanza, per andare al pronto soccorso; il dolore ormai era fuori controllo e nonostante la puntura e la flebo di antispasmodico non ne venivo a capo di nulla il dolore era molto acuto e devo dire che mi fece uscire le lacrime nonostante la mia sopportazione del dolore fosse altissima il medico di guardia sentendomi lamentare in forma copiosa decise di farmi della morfina e diede istruzioni all’infermiera di farmi in vena centellinata da una flebo la morfina; si erano fatte le 10.30 del mattino successivo e fui portato nel vecchio reparto di degenza, con grande stupore di tutta l’equipe medica che alcune ore prima mi aveva dimesso, passò la giornata il dolore si era attenuato ma alla sera stessa oltre le ore 22.30 una nuova colica mi sorprese un dolore ancora più acuto che mi faceva urlare svegliando tutto il reparto, naturalmente i medici diurni non erano presenti per prendere provvedimenti, il medico di guardia dopo avermi intervistato  non sapeva cosa fare se farmi o meno ancora una morfina per togliermi il dolore e allora telefonò al primario a casa che diede il suo assenso anche se con riluttanza a farmi la seconda morfina, e così fu che passai la notte (distrutto) ma senza dolore. 

Il mattino successivo e dopo tutte le analisi fatte si è riscontrato che la colecisti non era solo infiammata, ma oltremodo ormai infetta, la bilirubina ormai vicino al valore 30 non lasciava più margine per prendere una decisione all’equipe medica, doveva essere immediato l’intervento, il rischio era di una peritonite che mi avrebbe portato certamente alla morte; ci fu un consulto medico di 4 dottori compreso il primario, il quale decretò di sentire un parere diverso sia da un ematologo che da un patologo e così la mattina successiva arrivò in reparto un ematologo che guardando le analisi del sangue lui si riteneva fuori dal decretare che ci fossero problemi ematici ed infezioni del sangue pertanto rimaneva solo il patologo che puntualmente arrivò la sera stessa e mi fece una intervista  su quello che mi era capitato io le feci lamia relazione, e l’indomani mattina in un nuovo consulto medico il patologo fece la sua relazione ai 4 medici di reparto dicendo che escludeva a priori qualsiasi tipo di epatite sia: A-B-C (anche perché non vi erano virus) e che l’unica cosa che poteva aver scatenato una così alta bilirubina fuori controllo era solo una intossicazione da farmaci e precisamente i farmaci antidolorifici, come il Buscopan e il Viamal  che mi sono stati somministrati in quantità considerevole, tutto per il protocollo e la scusa di tenere monitorato …

Senza tener conto delle due morfine che hanno fatto anche loro una parte molto importante, e non ultima (purtroppo) l’anestesia che mi sarebbe stata somministrata durante l’operazione.

Ormai bilirubina alta o no! Non vi era più tempo per tergiversare, bisognava intervenire, era ormai venerdì, e fu programmata l’operazione per il martedì successivo; trovo comunque un grande azzardo da parte dei medici di intervenire ancora 4 giorni più in la, comunque 4 giorni sono passati ed il martedì è arrivato, la sera prima sono stato preparato e rasato sia il petto che le gambe con una lametta a lama singola delle più scadenti e fatta a secco da un infermiere sprovveduto che mi ha ridotto le gambe due ammassi di sangue, dicendo che lui non usava il rasoio elettrico perché non si trovava a suo agio … Mah!!! Cose incredibili, ho dovuto subire anche questa (angheria) fastidiosa e dolorosa cosa, ma ormai potevano farmi di tutto la mia situazione fisica (ma non psicologica) era ridotta ai minimi termini.

Il mattino successivo mi misero un camice senza maniche e tutto ignudo ero pronto per andare in sala operatoria, mi fecero alcune schermografie e firmare alcuni fogli dove veniva riportato il tipo di operazione, sia per una laparoscopia che in realtà comprende 4 buchi nella pancia, sia per l’operazione classica di coli-cistectomia che si faceva un tempo con un taglio sotto lo sterno dalla parte destra se ci fossero state complicazioni, ed in ultimo un foglio per l’anestesia.

Era giunta l’ora, la preanestesia mi era stata iniettata, ancora vigile ma con una calma interiore, sentivo muoversi il mio letto sulle quattro ruote che percorreva la corsia per giungere infine alla sala operatoria, il personale chirurgico mi chiese se riuscivo a portarmi sul lettino operatorio, io acconsentii e con fatica mi trascinai su quel lettino freddo e stretto, il braccio destro disteso su di una estensione laterale con l’impianto per potermi iniettare l’anestesia finale; non vidi nessuno erano tutti alle mie spalle, guardavo la lampada operatoria e … senza nemmeno accorgermi mi addormentai.

Mi ero informato prima nelle mie ricerche che tipo di anestesia veniva praticato, e mi fu detto che dopo la preanestesia mi sarebbe stato somministrato del curaro, il curaro è un forte anestetico ricavato da una pianta Amazzonica che gli indio originari dell’America latina usavano e usano ancora per catturare le loro prede per mezzo di una cerbottana.

Il tipo di operazione che mi è stato fatto è la laparoscopia che consiste nel fare 4 buchi sull’addome per poi inserire gli strumenti attrezzati per eseguire l’asporto della colecisti, immettendo nell’addome una grande quantità di aria gonfiandomi come un pallone e per staccare le varie aderenze dalla pancia e per poter operare in forma più agevole.

La colecisti era talmente marcita che fecero fatica a chiudere il canale che arrivava dal fegato, saturando con una graffetta, e per maggior sicurezza mi fu dato anche un punto di sutura.

La colecisti era stata eliminata, il raccordo naturale che univa la colecisti al fegato non era più in essere, ora direttamente dal fegato scarica la bile nel basso stomaco.

Mi svegliai solo quando sentii di essere letteralmente catapultato dal lettino operatorio nel mio letto; sotto l’effetto dell’anestesia non sentii grande dolore ma solo un indolenzimento all’addome, e anche successivamente (nonostante i 4 buchi) il dolore era sopportabilissimo mi rifiutai categoricamente di fare ancora degli antidolorifici.

Ero ancora tutto cateterizzato con un tubicino nel naso (naso gastrico) e un altro tubicino collegato al mio pene (catetere) che bruciava molto, un altro ancora attaccato all’addome come drenaggio, con grande stupore vidi che non avevo più le flebo collegate alle braccia e mi domandavo dove mi avrebbero somministrato i liquidi … girando il collo sentii un impedimento sul lato destro e allora capii che avevano usato la vena del collo perché più grande visto che ormai le vene delle braccia erano distrutte da due mesi di infusioni, la sofferenza per questi disagi era notevole.

Il giorno dopo l’operazione un medico amicomi tolse il naso gastrico sfilandomi il tubicino dalle narici, il giorno successivo il catetere mi fu tolto dal Primario, e allora cominciai ad essereautonomo per accedere al bagno, con grande fatica e forza di volontà mitrascinavo giù dal letto per andare ai servizi, ogni volta che scendevo esalivo dal letto l’addome mi faceva male, l’effetto dell’anestesia se ne era andato e per non compromettere ancora di più l’innalzamento della bilirubina, rifiutavo tutti gli antidolorifici (il male era sostenibile) mi veniva
somministrato solo antibiotici, 2 litri di fisiologica, protettore gastrico, e punture sulle braccia di eparina per evitare eventuali trombosi.

Sono passati ancora 4 giorni prima di poter alimentarmi con una pastina e frutta cotta, ormai era oltre un mese che non ingerivo cibo, pesavo 66kg. Avevo perso 10 kg. E mi sentivo sempre più debole, i muscoli delle gambe e delle braccia si erano consumati, fare qualsiasi movimento mi era molto difficile, anche il camminare per andare al bagno stentava, ero sull’orlo di un vero collasso, così (anche se non condividevo) mi venne somministrata una trasfusione di sangue, i valori ematologichi erano molto bassi, e l’anemia era evidente dai sintomi che manifestavo.

Piano, piano le forze stavano risalendo, e anche l’alimentazione priva di grassi veniva ben tollerata dal mio organismo, la trasfusione di sangue aveva dato i suoi risultati positivi, e cominciavo a deambulare per la corsia dell’ospedale con più sicurezza nelle gambe, anche il gestire la pulizia del corpo (sempre con fatica) mi tornava più facile.

Tutte le mattine aspettavo con ansia l’arrivo del medico di turno per chiedere lumi sulla mia degenza, venivo visitato e palpeggiato nell’addome per vedere se tutto era a posto e se non vi fossero edemi dovuti all’operazione, solo una cannula come drenaggio avevo ancora posizionata sulla parte destra dell’addome, dove pochi liquidi epatici venivano raccolti in una sacca ai piedi del letto.

Anche le cannule posizionate sul collo che mi davano tanto fastidio mi vennero tolte, finalmente libero … il giorno successivo mi venne tolto anche il drenaggio dall’addome, mi muovevo decisamente più saldo privo di impedimenti, potevo raggiungere la macchinetta del caffè posizionata al piano terreno e farmi anche una passeggiata intorno alla struttura del reparto, respirando aria pura; e un altra settimana era passata, aspettavo le dimissioni, che, nei tre giorni successivi arrivarono, mi sentivo sollevato ma ancora con la pelle giallognola per via della bilirubina (ittero) che scendeva molto piano le analisi la posizionavano a 8, ma in confronto al valore 30 era un bel successo.

Il Professore e Primario del reparto, finalmente firmò le mie dimissioni dicendomi: “ecco il miracolato ristabilito”, e dopo le raccomandazioni d’ufficio fatemi di mangiare con moderazione e solo senza grassi, fui congedato; il mio spirito era alto ma non a sufficienza per affrontare un viaggio verso casa anche se pur breve (l’ospedale dista 500m. in linea d’aria da casa mia). Così appena fuori dalla struttura ospedaliera presi un taxi, che in pochi minuti mi portò a casa.

Ora però … sento che mi manca qualcosa, la mia cistifellea a cui ero tanto affezionato, è come un vuoto, solo chi ha avuto questa amputazione sa ...

Non ho mai subito operazioni e tanto meno ricoveri in ospedale nella mia vita, ho recuperato e dato molto in questa avventura mortale … e spero che per il resto che mi rimane da vivere di continuare come ho sempre vissuto, sano e con le mie idee di alimentazione in forma sana “Vegetariana” e non come dicevano i medici che noi siamo onnivori e dobbiamo alimentarci anche con alimenti animali, non è vero che l’essere umano è onnivoro, io ho sempre saputo che è fruttifero e verduriforo, pertanto il rispetto che ho per ogni forma vivente, non mi farà mai e poi mai cambiare idea sulla mia alimentazione.

®wld

18 commenti:

  1. Sto attraversando la sua stessa esperienza , anche se non direttamente , e mio marito a subirla e come lei il livello di bilirubina è a 8 , hanno fissato la colangioscopia e la RSM , in più una TAC , ma con grande sorpresa , stamani mi viene detto che la RSM è fissata per il 9 ottobre , inutili le mie rimostranze ( Lavoro in ospedale ) . Mio marito ha avuto un primo ricovero il 24 luglio di quest'anno e poi mandato a casa in attesa di intervento urgente ( poi scoperto che era in lista di attesa normale ,con una attesa di 2 anni) . Se non che lunedì mattina mi accorgo che è giallo in più mi fa vedere le feci che sono acoliche /ipocoliche (colore grigio ) . Al che chiamo immediatamente l'ospedale e dopo una lunga e animata discussione riesco a ottenere una visita immediata , appena è stato visto , e stato richiesto il ricovero immediato . La ringrazio per avere inserito la sua esperienza , che le posso garantire mi ha risollevato un po il morale , che avevo oltremodo a terra .

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    1. Gentilissima Signora, posso capire la Sua apprensione per Suo marito, è normale.

      La bilirubina a 8 è alta ma non eccessiva, comunque la cosa più importante è bere acqua che la diluisca, altrimenti va in circolo è può ledere gli organi del corpo come i reni gli occhi ecc. ecc, la bilirubina quando esce dai dotti epatici si espande nel corpo cristallizzandosi, ecco perché bere è importante, anche qualche flebo di fisiologica aiuta molto.

      Senza dubbio in ospedale sarà monitorato e le verrà fatto tutto quello che serve; di solito l'operazione della cistifellea ha una degenza di tre giorni, chiamano i pazienti al sabato sera ed escono (se non ci sono complicazioni come nel mio caso) il martedì, sono tre buchini dallo sterno all'ombelico più uno laterale sotto il fegato per il drenaggio, cicatrici che spariscono completamente nel giro di sei mesi.

      Contento di esserLe servito, Le faccio i miei migliori auguri.

      wlady

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    2. Gentilissimo e cortese , ma la mia esperienza e quella di mio marito è ancora in alto mare , dopo avere effettuato ERCP nel giro di una settimana è stato dimesso con bilirubina a 6,60 in attesa di intervento . Unico problema l'attesa minima è di 3 mesi .

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    3. Gentilissima Signora,
      se ha fatto la ERCP, vuol dire che l'è stato estratto il piccolo calcolo che otturava il coledoco, se non ce ne sono altri di piccole dimensioni potrà non avere più delle coliche e ... si potrebbe anche pensare di non farsi operare, perché non sono i grossi calcoli che creano problema, quelli rimangono li senza dare problemi, il 90% della popolazione ha calcoli alla cistifellea, ma non sa di averli fintanto che non si presenta una colica.

      Per essere sicuri che non esistano piccoli sassolini una ecografia è consigliata, ma una risonanza magnetica con liquido di contrasto è meglio

      Pertanto la bilirubina è normale che sia ancora a 6,60, dopo la ERCP, in tre mesi dovrebbe rientrare come è successo a me dopo che sono stato operato, l'importante e bere molta acqua per diluirla, è anche importante il controllo delle feci, che abbiano il colore normale, è molto importante questo controllo per vedere se il coledoco scarica nella cistifellea e non va in circolo per il corpo.

      Per il controllo del colore delle urine, quando diventano color giallo paglierino vuol dire che la bilirubina è scesa.

      Non sono un medico ma ho avuto modo di documentarmi intervistando i medici che sono sempre restii a dare informazioni.

      Un consiglio: se dovesse capitare (speriamo di no) ancora una colica, le consiglio il ricovero d'urgenza con ambulanza, non per la gravità ma per smuovere i medici all'operazione, e visto che è in lista per l'operazione, potrebbe essere ricoverato e operato in breve tempo.

      Cordialmente,
      wlady

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  2. Sono un medico e ho letto con molta attenzione la sua storia. Purtroppo ho vissuto una esperienza tragica con mia madre morta lo scorso 3 ottobre , dopo 11 giorni in sala di rianimazione, per una colecistite acuta non individuata tempestivamente e poi trascurata. L'intervento di colecistectomia ,praticato in condizioni di emergenza , è stato purtroppo tardivo.

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    1. Cordialissimo Dottore Andrea Bolognesi,

      la ringrazio per la sua sofferta testimonianza, alcune operazioni banalissime come una coli-cistectomia, a volte vengono sottovalutate, e più volte completamente ignorati i sintomi ad essa relegati.

      Per quello che riguarda la trascuratezza, io ne sono un campione, si crede che tutto si possa rimandare, sottovalutandone le gravissime conseguenze.

      So per certo che quando una colecisti presenta problemi, come quelli che Lei mi ha raccontato, l'intervento più idoneo è la classica operazione, la laparoscopia come protocollo medico è senza dubbio meno invasiva ma pur sempre una operazione soggetta ad anestesia totale con tutte le complicazioni inerenti, inoltre, la rottura della vescicola (ormai deficitaria marcescente) contenente la bile, potrebbe creare una peritonite.

      Ribadisco che non sono un medico, e quello che ho scritto è solo studio fatto da autodidatta per essere stato coinvolto in prima persona per la patologia descritta.

      Cordialmente,
      wlady

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  3. gentile Wlady...ho letto con attenzione la sua testimonianza, visto che sto vivendo una situazione di ripetute coliche a causa di un calcolo alla cistifellea di cm 2,1 con presenza di molto fango biliare. Da un mese e mezzo a sta parte ho avuto 7 coliche dolorosissime ed il mio medico di base insiste per l'operazione mentre io vorrei provare a tirare avanti, con il Deursil per vedere di fluidificare la bile densa che probabilmente mi causa dolore avendo riempito la colecisti...Il calcolo è presente da circa 12 anni ma non mi aveva mai dato problemi , tranne qualche difficoltà di digestione di tanto in tanto!! Ho terrore della anestesia generale e delle possibili complicazioni che qualsiasi intervento presenta, anche il piu banale... Non ho farmaci per il controllo del dolore e stamani ho inviato una mail alla gastroenterologa (che mi ha visitata 15 giorni fa e che mi ha prescritto una cura di almeno 2 mesi per poi rivalutare con una eco la situazione) per chiederle se non sia possibile tenermi a casa a disposizione del buscopan o equivalente per sedare il dolore delle coliche quando arrivano! Il mio medico non mi ha ancora fatto fare esami funzionalità epatica...mi chiedo come mai, insista solo col dirmi che devo operarmi e che sto perdendo tempo. Certo, ho coliche, certo, ho fango biliare...ma perchè non mi prescrive esami per avere un quadro piu completo? Stamattina provo a sentire quanto costano esami della funzionalità epatica e me li vado a fare da privata...Se vedessi che i valori sono fuori range, ovvio che prenderei coraggio e mi deciderei per l'intervento, ma si sa la speranza è l'ultima a morire...e vorrei tanto evitarlo!! Cosa mi può consigliare da paziente...che ha subito un iter tanto doloroso? A distanza di tempo , rifarebbe lo stesso percorso??? Grazie!! Maria Grazia Trippitelli (arcobalenoviola@gmail,com ) , ...

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    1. Gentile Signora Grazia,
      premetto che non sono un medico, ho solo riportato la mia esperienza.

      Va detto che non sono prevalentemente i calcoli di grosse dimensioni che possono portare dolore, almeno non quelli, sono invece i calcoli di piccolissime dimensioni che si vanno ad infilare nel coledoco che dalla cistifellea si riversano nello stomaco per permettere alla bile di scomporre i cibi che ingeriamo.

      Quando uno di questi piccolissimi calcoli della dimensione anche inferiore ad un grano di riso si inceppa nel tubicino di scarico del coledoco, si accusano dei dolori più o meno acuti.

      Tenga sempre sotto controllo la bilirubina che non deve mai superare i livelli qui sotto riportati:
      Bilirubina totale: 0,3-1,0 mg/dl di sangue
      Bilirubina indiretta o non coniugata: 0,1-0,3 mg/dl di sangue.
      Bilirubina diretta o coniugata: 0,2-0,8 mg/dl di sangue
      Tutti i valori che “sforino” queste soglie limite possono essere transitori (quindi non indicativi), ma se ripetuti nel tempo o associati ad altri valori sfalsati, vanno senza dubbio indagati.

      Il Deursil (che ho preso dopo l'operazione per 30 giorni) ha fatto in modo di diluire la bile che si riversava nello stomaco direttamente, onde evitare l'intasamento dei dotti biliari (coledoco).

      Che dire, ogni patologia legata ai calcoli biliari ha una sua storia; le coliche che ha subito, non sono poche e, un più attento esame con risonanza magnetica potrebbe darle la situazione chiara inerente al coledoco, avendo palta biliare, è molto facile che qualche granello si incastri nel coledoco portandola ad avere le coliche dolorose, sono quei granelli e non il calcolo di 2,1 cm a creare dolore.

      Il mio caso dopo aver perso oltre 15 kg. per una dieta di sola acqua e flebo, per oltre 40 giorni era irrisolvibile con una bilirubina a 32 e una cistifellea macera e infiammata per averla trascurata, l'unica cosa era (a detta dell'equipe medica) asportarla con i soliti tre buchini sull'addome (laparoscopia).

      Va anche detto che quando si ha una bilirubina alta a 32 (ero completamente giallo fluorescente) come la mia difficilmente si procede ad una operazione, ma difronte a una cistifellea che avrebbe potuto deflagrare in peritonite, dopo 40 giorni si sono decisi ad asportarmela.

      Oggi vivo bene e senza dolori, mi controllo nell'alimentazione senza mai esagerare; il motto è mangiare poco e spesso, evitando un sovraccarico epatico e gastrico.

      L'operazione di per sé non è invasiva ma, è sempre una operazione; fatti tutti gli esami del caso e quando si decide per asportare la cistifellea, si entra in ospedale alla domenica sera e si esce il martedì, nel mio caso ci ho passato più di 40 giorni, proprio perché per via del lavoro mi sono trascurato; tenga presente che dopo ripetute punture di voltaren (nel mio caso), non hanno avuto più nessun effetto e sono passato (in ospedale) alla morfina.

      Pertanto, se pur forte come analgesico il buscopan, non risolve e le sconsiglio di passare al voltaren, è una escalation che porta solo a non risolvere.

      I medici della così detta mutua sono solo degli impiegati che prescrivono solo delle ricette e se non sono degli internisti che frequentano gli ospedali nella patologia specifica, poco sanno; prenda consigli dalla sua gastroenterologa che senza dubbio è molto più competente sulla sua patologia.

      Che farei io? (nel mio caso "trascurato") lo rifarei, ma ogni caso ha la sua storia, se può si tenga il suo sacchettino della cistifellea, ma se è diventato marcescente, meglio toglierlo.

      In bocca la lupo Signora Grazia :-)
      wladimiro



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  4. anch'io 13 anni fà ho avuto un esperienza simile...io sono stata un mese all'ospedale perchè quando mi hanno fatto ercp mi hanno rotto una piccola arteria,che non si erano accorti subito,ho perso quasi 4 litri di sangue e ho dovuto fare la trasfusione

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    1. Nel mio caso, mi hanno toccato il pancreas con gli strumenti, provocandomi una acuta pancreatite.

      La trasfusione è avvenuta dopo la laparoscopia; quaranta giorni senza ingerire alimenti mi ha fatto dimagrire 15 chili, il mio corpo era debilitato e aveva bisogno di sostanze energetiche, anche se riluttante alla trasfusione, devo dire che ho cominciato a riprendermi.

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  5. Io quando leggo questi post-testimonianza che riferiscono come una situazione disagevole e ai limiti della sopravvivenza, un iter come il suo non so mai se chiudere, essere temperante e lasciarvi a rimestare sfortune nel vostro brodo eccessivamente allungato di lamenti o fare chiarezza. Ho optato per la terza via. Con tutto il rispetto per lei e per il problema che ha vissuto e che per certo so essere non piacevole (è accaduto lo stesso identico disagio e lo stesso tipo di intervento a mio padre poco tempo fa anche se qui viene esposto in termini un tantinello melodrammatici) penso però che ci vorrebbe un pochino di rispetto per malati oncologici (o ex, come me) che hanno subito interventi di 8 ore, asportazioni di organi ben piu' deturpanti e necessari di una cistifellea, che hanno seguito per mesi o anni chemioterapie e che farmaci come quelli da lei descritti li bevevano con l'acqua per disintossicarsi...e scrivere in questo modo non mi sembra possa aiutare nessuno.
    Io credo che lei abbia descritto con parole veramente fuori luogo ed eccessivamente tragiche, sia per la portata della patologia, sia per l'entità degli esami diagnostici e dell'intervento e sia per le conseguenze subite, l'intera sua esperienza...e mi auguro fosse implicito un intento d'ironia almeno in alcuni passaggi...o che questa non fosse involontaria...
    Ripeto, ad ognuno la sua croce, e per lei che non aveva mai provato l'ebbrezza ospedaliera e chirurgica, forse sarà anche stato un calvario insolito, poco comprensibile e addirittura "quasi mortale"...ma riportare alcune delle più fisiologiche conseguenze e tra i più comuni effetti collaterali come fossero stati errori clinici...mi sembra eccessivo. Immagino sappia bene che non esiste in natura nulla di scientificamente certo ed esente da una percentuale di rischio e di effetti collaterali. Confondere, quindi, questi assunti, con eventuali complicazioni derivanti da errori medici non credo si possa definire ne' eticamente né clinicamente corretto.
    Cosa dovrebbe dire secondo lei chi ha preso tutte le precauzioni necessarie prima dell'intervento e dopo, anche durante le terapie, per prevenire la formazioni di coaguli, facendosi dalle 150 alle 200 iniezioni di Eparina sulla pancia, e ritrovandosi, però comunque, ricoverata in terapia semintensiva con una trombosi venosa profonda degli arti inferiori che, poco più di trentenne, l'ha costretta a una terapia anticoagulante orale per tutto il resto della vita con il caro vecchio veleno per topi Coumadin? Dopo, ovviamente, essere diventata sterile per l'asportazione delle ovaie senza essere ancora diventata mai madre? E mi perdoni, ma lei parla di una cistifellea asportata come un paziente amputato del suo arto fantasma...Si rende conto, vero?
    Con tutto il rispetto giusto e dovuto per i suoi problemi e per l'empatia umana provata nei suoi confronti, basta. E lo dico da paziente ma soprattutto da chi, i pazienti, li tratta tutti i giorni per lavoro. Pensiamo un pò anche agli altri. E non guardiamo alle nostre disavventure sempre come a tragedie; potremmo invece fare qualcosa di utile ed imparare da chi senza le gambe partecipa alle Olimpiadi, e a chi senza avere più la vista dipinge come Michelangelo. Guardiamo le persone da emulare.

    E poi si commenti da sé.

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    1. Gentilissima ElettrikaPsike,
      buongiorno e grazie per la sua testimonianza, di solito è così che ci si rivolge cortesemente all'interlocutore che scrive.

      Detto questo, ho solo voluto descrivere oggettivamente di come una semplice coli-cistectomia si è trasformata in un calvario.

      Non ho certo la presunzione di sostituirmi a persone che come Lei che ritengo essere una persona addetta al servizio sanitario che tutti i giorni ha a che fare con cose (dal suo punto di vista) molto più gravi.

      Certo è difficile comprendere la psicologia di un essere umano dietro uno schermo, le parole non fanno scaturire l'anima di chi in forma di epistola esprime la sua "tragedia".

      Visto che con tanto zelo Lei mi ha fatto una morale, mi permetto di raccontarle un pochino del mio vissuto:
      dopo un calvario (questo sì) durato circa 4 anni ho perso la mia amata moglie che aveva un'età di 55 anni, per via di un oligodendroglioma di secondo grado; asportazione del tumore con la microchirurgia, chemioterapia e successiva radioterapia, e poi ancora chemioterapia e radioterapia per recidive, ha distrutto (e Lei certamente lo sa) il naturale sistema immunitario

      L'anno scorso (in Germania) ho perso mio figlio per via di una cirrosi epatica causata da una epatite C non potuta debellare con l'interferone, è stato messo perché al lumicino in coma farmacologico ma le sue condizioni erano così estreme che dopo due giorni ha smesso di lottare, lasciando la moglie e tre creature da crescere; aveva solo 43 anni.

      Ho perso anche mia mamma molto tempo fa per via di un carcinoma al seno che le è stato asportato, chemio e radio hanno poi concluso il suo decorso clinico ...

      Ho perso, sempre tempo fa un fratello per la stessa patologia che ha colpito mio figlio, aveva 37 anni; è stato preparato ben tre volte e portato in sala operatoria, ma per vari motivi (che non sto qui ad elencare) non è stato possibile procedere.

      Potrei scrivere molto di più di quello che nella mia vita terrena mi è capitato direttamente e/o indirettamente; ho voluto scrivere invece il mio vissuto perché lo avevo molto ben assimilato in tutti i particolari, mi appartiene, è quello che veramente ho vissuto, ma questo non mi distanzia dalle sofferenze che vivono altre persone e quelle come scritto sopra mi hanno coinvolto.

      Il Suo fare chiarezza, che è stata la terza opzione, Le ha permesso di scrivere emotivamente solo quello che Lei in quel momento sentiva, invece di accettare così come è scritto una vicenda umana che è stata vissuta dall'autore, senza porsi altre domande...

      Esistono solo protocolli a cui attenersi e, questo sì si commenta da sé.

      Cordialmente;
      wlady

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  6. Caro Wlady ci sono passato ora, ricoverato a ottobre per colica con valori altissimi durante la rm è stato visto un restringimento del dotto biliare quindi prevista ercp che sarebbe stata fatta in concomitanza con l'intervento alla colicisti, per fortuna in tre mesi i valori sono rientrati tutti alla grande, il dotto si era infiammato e ristretto, quindi solo la colicisti da fere, avvenuto mercoledi scorso.
    Anche io mai stato ricoverato e con mio grande piacere ho trovato persone gentili e competenti che mi hanno seguito andando ben oltre i loro doveri, ora sono a casa a riposo con un po di doloretti sopratutto al collo per l'intubazione, ache a me hanno dato degli antidolorifici che non prendo.
    Certo che leggendo la tua esperienza sei capitato proprio male, molte leggerezze da parte dei samitari ma consulto della dietista no? dopo il ricovero per la colica mi hanno dato una dieta ipolipidica e sono stato bene fino all'intervento dieto che seguo anche ora per qualche mese.
    Un abbraccio caro Wlady.

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    1. Carissimo amico Zak, apprendo ora della tua avventura e ne sono felice che tu abbia superato con successo l'intervento.

      La cosa che mi sorprende è il fatto che ti abbiano intubato per una (seppur operazione) laparoscopia, nel mio caso solo un catetere vescicolare e uno drenante, ma come avrai letto del mio epilogo, ho rischiato la vita.

      Nessuna dieta è stata prevista per me dall'equipe medica di uno dei più grandi ospedali di Milano, ciò pensato io facendo ricerche in rete.

      Ricambio di cuore il gradito abbraccio e un augurio di una felice convalescenza, riposati e mangia pochi derivati animali, bevi molto per diluire la bilirubina che avrai ancora in circolo per qualche tempo.

      Ciao;
      wlady

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  7. Ciao wlady ma la birlimia si misura solo nelle urine? La mia è a zero ma all'interno dell'occhio ho un leggero color giallo. Ho la cistifellea con sabbia biliare e un piccolo polipo ma essendo a zero nelle urine (non presente) per il mio medico va bene così...

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    1. Ciao mnemophobia,

      come già detto nei miei precedenti interventi, non sono un medico, mi sono solo limitato a descrivere quello che mi è successo.

      La Bilirubina è contenuta nella bile; gli esami di laboratorio ne stabiliscono la giusta quantità in circolo nel corpo.

      Non necessariamente sono le urine a stabilire un eccesso di bilirubina ma, anche le feci (di colore della creta), il sangue e il pigmento giallognolo della cute e degli occhi.

      Se la diagnosi del tuo medico non ti soddisfa, prova a rivolgerti a dei patologi più specializzati in malattie epatiche del fegato.

      Il fatto che ci sia della sabbia (palta) nella cistifellea è indice di patologia, senza dubbio meno grave di calcoli che ostruiscono i dotti biliari, ma si possono approntare delle cure per sciogliere la sabbiolina...

      Riguardo al "polpo" non posso commentare, non conosco la patologia; meglio sarebbe rivolgersi ad un medico specialista ...

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  8. Salve , circa 20 giorni fa sono entrato in Ospedale per dolori pure io. Mi hanno trovato 3 Calcoli alla colecisti.. Uno da 24mm , uno da 6mm e l'altro nemmeno misurato. La mia prima colica pure io. Da quel giorno da solo mi sono messo con le diete. Ora dolori non ne ho. Pero' siccome che a volte diciamo il problema e' mentale , allora e' come se le sentissi quei calcoli. Ho letto tutta la sua storia , e letteralmente mi ha fatto paura. Staro' con tutte le diete e a parte questo , sto cominciando a prendere alla mattina , una Tazzina con :

    2 limoni spremuti
    1 cucchiaio di olio di oliva
    1 cucchiaio di miele

    Dicono che pulisce il fegato e fa bene per il sangue.

    Perche' mi hanno trovato un po il fegato ingrossato. Logicamente non sapendo che uno ha i calcoli , mangia quello che vuole. Infatti la sera prima stavo mangiando Pancetta ai ferri , Costine di Maiale e Bevendo Ginger Gassato.

    Sembra che questo , mi abbia mosso i 3 calcoli. La paura dell' operazione c'e .. Pero' se fosse stato grave mi avrebbero tenuto dentro lo stesso giorno , invece mi hanno dato per chiamare il Day Hospital e sinceramente i Dottori mi hanno consigliato che tra 3 mesi sarebbe stato meglio operare.

    In Allegato mettero' delle Screen in Link per vedere quello che mi hanno trovato.. Se qualche buona anima mi dica se e' obbligato o no operare.. La Paura e' tantissima !!!!

    Foto 1 : http://imgur.com/NZuvRH3
    Foto 2 : http://imgur.com/WtBjJG1
    Foto 3 : http://imgur.com/MoAlj7O
    Foto 4 : http://imgur.com/tu2Gyyc
    Foto 5 : http://imgur.com/8ec5UsY
    Foto 6 : http://imgur.com/hAmloVe

    A chi potrebbe indicarmi , le lascio gentilmente il mio Facebook senza Problemi. Spero di ricevere alcuna buona Risposta !!! Vi ringrazio a tutti

    Facebook : https://www.facebook.com/plotegher.christian

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