La via degli psicopatici ... Se la conosci la eviti
by Duncan Mac Martin
fonte: LINK
traduzione Cristina Bassi,
per The Living Spirits
Gli esseri umani sono stati
addomesticati come bestiame per millenni, da predatori-parassiti,
spietati e insidiosi, che camminano tra noi molto comodamente. La loro
natura predatoria è stata ampiamente ammorbidita e camuffata da secoli
di nostra invidiosa tolleranza e dalla nostra codarda accettazione.
Quasi tutte le nostre grandi idee istituzionali sono state pervertite e corrotte e persino radicalmente trasformate in ambienti che favoriscono grandemente le tattiche e modalità degli psicopatici.
L’economia, l'arte del governo, l’istruzione, i servizi sociali, la salute, ora sono poco più che facciate
di quelle idee originali, ricolme di trappole di pensiero,
sfruttamento e frustrazione di un potenziale che è all’opera
esclusivamente per arricchire e dare il potere ai predatori, che su di
essi hanno il controllo.
Ora, grazie a molti ricercatori che si sono dedicati al tema, questi predatori vengono alla luce e sono descritti come “psicopatici di successo”: sono costituiti da quel 5% di umanità,
che con successo ha potuto evitare la diagnosi clinica e non è stata
colta in attività criminose o immorali e quindi è stata
istituzionalizzata.
“I modi” degli psicopatici
sono semplicistici e facili da osservare quando finalmente impariamo a
distinguere il ramo dell’albero e impariamo che molte cose che ci
vengono date dal nostro sistema sociale, critico ed economico, sono di
fatto dei reperti evolutivi, che derivano dalle influenze che gli psicopatici hanno avuto per millenni, sulle nostre culture e società.
Ci hanno detto, come fossimo bestiame domestico,
che abbiamo bisogno dei loro recinti (controlli) e della loro
supervisione (sorveglianza) per proteggerci dai lupi (terroristi) che arriverebbero a decimare noi e i nostri figli e ci hanno detto che il mondo è un luogo terribile e ostile e che la vita è piena di avversari: una profezia che si auto-realizza, quando le società e le culture sono governate da psicopatici.
Queste loro misure in realtà esistono per renderci difensivi, terrorizzati e facilmente influenzabili
e alla fine questa paura ci rende infantili intellettualmente, ci
divide e ci rende gregge come il bestiame, per un controllo ed uno
sfruttamento sistematico ancora più completo.
Lo psicopatico, cognitivamente funziona con ciò che il Premio Nobel per l’Economia Daniel Kahneman, ha definito “Sistema 1”, ovvero pensiero veloce. Questo è un modello cognitivo messo in opera nell’infanzia, i cui processi si trovano ampiamente nel sistema limbico, che si basa sulla memoria ed è controllato emozionalmente.
Questo tipo di pensiero, veloce e primitivo, quando viene amplificato attraverso prove ed esperienze di errori, è ideale per funzionare in contesti caotici e fondati sul conflitto, come sui campi di battaglia o nei videogames.
“Il Sistema 2”, pensare o pensare lentamente, invece,
è razionale, sollecito e logico, è sia analitico che costruttivo. Gli
serve tempo. Il processo cognitivo “Sistema 2”, avviene ampiamente a livello corticale, nelle aree della funzione cerebrale superiore, che quando completamente evolute utilizzano quelle funzioni cognitive superiori, che si acquisiscono solo quando si cercano relazioni reciprocamente benefiche con gli altri e l’ambiente. Questo tipo di pensiero empatico, avanzato e lento, è l’ideale per gestire relazioni, creatività e complessità.
Il “Sistema 1” o il “pensiero
intuitivo (piu’ probabilmente una presunzione) utilizza formule,
ricette, scenari e copioni per le azioni che sono memorizzate e in parte
ricordate da esperienze passate oppure vengono imitate attraverso le
osservazioni delle “azioni di successo” degli altri, in simili
circostanze.
Come fa rilevare Kahneman, questo modo è ricco di impulso, errore e pregiudizio. I suoi SOLI e veri vantaggi sono per risposte di riflesso veloci, in conflitto e competizione, basate su contesti di sopravvivenza, dove è essenziale essere immediati.
Non identifichiamo gli psicopatici solo dai loro modi senza empatia, coscienza, perché sono spietati, manipolativi, narcisistici e opportunistici, ma anche perché mancano totalmente di applicare il “sistema 2” di pensiero. Significa che hanno una grave inabilità a gestire la complessità, il benessere degli altri o qualsiasi altro effetto legato alle loro azioni, che sia oltre un obiettivo immediato e autoreferenziale.
Per capire come gli psicopatici hanno
influenzato morfologicamente gli organi della società e la cultura,
dobbiamo essere consapevoli di quei processi di pensiero che ho elencato
sopra. Non è scienza d'avanguardia arrivare alla conclusione che se
gli psicopatici vogliono avere vantaggio continuo e prevalere, devono
trasformare ogni tipo di interazione e gestione umana, in un conflitto o
in una competizione. Sì, creare tali sistemi così avverarsi è
semplice, ma questi sistemi sono estremamente non intelligenti,
inefficienti e funzionano su strutture e processi fallati, i cui veri
costi, purtroppo, sono sulle spalle del resto di noi e del pianeta e
raramente dello psicopatico.
Tutti noi prima o poi, probabilmente
spesso, siamo stati personalmente vittime di uno psicopatico. Dovendoci
confrontare con uno di loro, viene di riflesso assumere il “sistema 1”,
la posizione difensiva e competitiva, ma nel far questo, la nostra
empatia e senso di giustizia ci sono di svantaggio contro la battaglia
dello psicopatico, affinata con vie traverse, opportunistica e spietata.
È persino più semplice per lo
psicopatico seminare, nutrire e avvantaggiarsi della divisione tra
famiglia, amici, comunità, comitati, culture e persino paesi.
La grande questione antica e perenne,
diventa quindi: “in un conflitto o competizione preferiresti avere uno
psicopatico al tuo fianco o contro di te?”.
In tali situazioni naturalmente non
sono i possibili “guadagni” a breve termine, c'è invece una inevitabile
distruzione e un contesto di conflitto perpetuo, sia dentro che fuori.
Conflitto/competizione è la linfa vitale dello psicopatico.
Il contagio psicologico finale può essere sradicato solo attraverso la
chiarezza, la comprensione e l’evitare i ciclici processi tra
psicopatia/sociopatia e competizione come dinamica umana.
Dobbiamo scegliere invece una via
diversa, sviluppando consapevolmente mutua empatia e una conseguente
maturazione del “sistema di pensiero 2”, ovvero della creatività e del
pensiero complesso che gradualmente avanzano quando si fa questa scelta.
Gli psicopatici e i loro costrutti (multinazionali, partiti politici)
hanno bisogno di essere identificati, evitati e isolati in modo tale da
non avere più ulteriori influenze distruttive su luoghi di controllo o
dove si operano decisioni importanti.
La competizione genera pochi vincitori
e molti perdenti e una gerarchia insidiosa di sfruttamento. Gli organi
della società, che sono stati pervertiti al punto da riflettere i modi
psicopatici e i loro obbiettivi, vanno sradicati insieme alla competizione
e va usata invece la nostra intelligenza superiore acquisita, per
concentrarci su un beneficio reciproco, che abbia alla basa una vera
sinergia con l’ambiente e la creatività.
Per comprendere pienamente l'effetto
dello psicopatico, dobbiamo renderci conto della natura infantile e
stupida del suo pensiero e comportamento, e della sua incapacità di un'impresa creativa, cose che lo tengono in uno stato infantile dipendente.
Costui può solo prendere
oppure, vuole che gli si dia cosa vuole e necessita, ecco perché si
concentra così tanto sulle sue capacità infantili di manipolare gli
altri per soddisfare i suoi bisogni. Costui fa tutto ciò in
modo amplificato e sofisticato, grazie ad anni di tentativi ed errori,
in cui ha spinto i pulsanti emozionali della gente, usato tattiche
emotive di seduzione, il rifiuto e la minaccia in tutte le sue varianti.
Sfortunatamente gli attributi di controllo dello psicopatico, sono di successo in un contesto competitivo come quello politico ed economico,
in cui intere popolazioni sono state soppresse nel loro sviluppo, sia
intellettualmente che empaticamente, dalla culla alla tomba, applicando
la competizione.
La gran parte di noi, per poter
competere, è stata costretta a cercare di applicare il “sistema 1” seriamente difettoso, in tutti gli aspetti della nostra vita. Come
risultato, abbiamo abbandonato i nostri potenziali cognitivi complessi e
fertili.
L’educazione scolastica,
è ora stata distorta, poiché la sua funzione principale è quella di
prepararci all'impiego in contesti molto competitivi e sotto la
direzione degli psicopatici. Quindi, per default, la pedagogia si
concentra sul “sistema 1” semplicistico, basato sul modello cognitivo
della memoria limbica e sulle tattiche competitive dello psicopatico. Che
più esso si basa, (anche se non lo si dice espressamente), sull’assunto
che la vita lavorativa sia nel prendere istruzioni dalle autorità in forma
di ricette, formule, copioni e scenari, ricordandoli in dettaglio e poi
seguendoli il modo accurato, per ottenere il risultato che l'istruttore
ha richiesto.
Il prezzo che paghiamo per una
educazione basata quasi esclusivamente sul “sistema 1 di pensiero” è
quello di aver, seriamente sottosviluppato le nostre potenzialità
cognitive, al punto che la gran parte di noi non è in grado di
concettualizzare o costruire matrici proprie di comprensione su
qualsiasi tema e non è quindi in grado di andare a creare delle mappe
integrate della realtà.
Al contrario, ci fidiamo di supposte autorità come quelle dei media mainstream,
dei politici, delle fonti accreditate perché ci informino sui loro
valori e la loro visione del mondo e ciò che loro pensano che noi
dovremmo considerare importante nella vita. E queste autorità nella gran parte dei casi, sono controllate dagli psicopatici.
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Traduzione curata da Cristina Bassi
http://ningishzidda.altervista.org/
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