9.2.13
SANREMO: 1 MILIONE DI EURO A LITTIZZETTO & FAZIO
di Gianni Lannes
Lo spettacolo è cominciato, come al solito. Vi faranno ridere a crepapelle
e piangere a catinelle, mentre vi prenderanno per i fondelli tanto per nascondere
la realtà. Domanda facile facile. Quanti secoli occorrono ad un operaio italiano, o se preferite
un insegnante, oppure un agricoltore e mettiamoci anche un artigiano -
per guadagnare circa due miliardi delle vecchie lire? Chissà chi lo sa.
Naturalmente a milioni di precari e disoccupati non basteranno altre
vite. Ebbene, è la cifra che in una manciata di giorni intascherà il duetto Littizzetto & Fazio. Ma dove sta scritto che questi individui debbano sgraffignare così tanti soldi, per giunta in un momento difficile per
il nostro Paese? In una fase eterna dove a pagare sono sempre gli
onesti ed i lavoratori che ormai non arrivano neanche alla fine della
settimana, non dico del mese. Ma dove
sono tutti i tuttologi a pagamento che affollano i divanetti televisivi e
pontificano sempre, senza avere le competenze?
Il tema è per niente artistico: il cachet milionario ai vip della televisione. La RAI seguita a violare la normativa sulla trasparenza che obbliga l’azienda di Stato a pubblicare in Rete (online) la pubblicità dei compensi, metà dei quali pagati dal contribuente italiota. Da almeno 6 anni la società guidata dalla plurindagata Tarantola, già ai vertici di Bankitalia, calpesta impunemente le leggi in vigore senza alcuna conseguenza. Perché mai la Corte dei Conti non interviene? Eppure, recentemente, un decreto legge dal 1 gennaio scorso impone ancora una volta alla Rai di fare quel che finora non ha mai fatto: rendere noti i compensi delle star. Ma la legge, si sa, almeno in Italia non è uguale per tutti.
Il tema è per niente artistico: il cachet milionario ai vip della televisione. La RAI seguita a violare la normativa sulla trasparenza che obbliga l’azienda di Stato a pubblicare in Rete (online) la pubblicità dei compensi, metà dei quali pagati dal contribuente italiota. Da almeno 6 anni la società guidata dalla plurindagata Tarantola, già ai vertici di Bankitalia, calpesta impunemente le leggi in vigore senza alcuna conseguenza. Perché mai la Corte dei Conti non interviene? Eppure, recentemente, un decreto legge dal 1 gennaio scorso impone ancora una volta alla Rai di fare quel che finora non ha mai fatto: rendere noti i compensi delle star. Ma la legge, si sa, almeno in Italia non è uguale per tutti.
Dalle stalle
alle stelle: i compensi stratosferici ed ingiustificati. E nessun solone di centro, destra e & sinistra, fiata, compreso Vendola. E si capisce Nichi: è spesso ospite di siparietti televisivi. Si parla di cifre a 5
zeri per entrambi i conduttori, cifre che si aggirano attorno a 600 mila euro
per Fabio Fazio, mentre a Luciana
Littizzetto - che ogni domenica spara a zero circa i compensi dei politicanti
italiani - andranno più di 350 mila euro, più tutti gli extra garantiti dagli immancabili sponsor
pubblicitari. A parte le trivialità, la comicante torinese pubblica con Mondadori, di proprietà dell’imbonitore confusionario
Berlusconi (tessera P2 numero 1816). La stessa casa editrice di
Massimo D’Alema: esatto, quello delle scarpe da ricchi che nel 1999 in qualità
di “premier” autorizzò i bombardamenti in Kossovo e firmò il 13 dicembre 2007,
assieme a Romano Prodi, il famigerato
e poco noto Trattato di Lisbona. Vale sempre l'adagio: per
entrare nel sistema bisogna appartenere al sistema.
Ricordiamo che il
presentatore dell’anno scorso, Gianni
Morandi, tra festival e pubblicità incassò più di un milione di euro,
mentre Belen Rodriguez per il ruolo
di valletta venne pagata circa 150 mila euro.
Cifre da
capogiro, che fanno impallidire e anche un po’ rattristire: ma non è solo
questo il caso in cui bisognerebbe indignarsi. Restano da capire i soldoni che verranno intascati dai super-ospiti di
quest’anno, tra i quali ci sarà anche Carla
Bruni, non si sa bene a quale titolo.
L’atavica crisi economica, dunque, sembra aver messo
piede anche sul palco dell’Ariston, tanto che la Rai avrebbe deciso di andare
al risparmio, con costi che oscilleranno tra gli 11 ed i 12 milioni di euro (al netto della convenzione tra la Rai e
il Comune di Sanremo, che vale 7 milioni l’anno), ovvero un milione in meno
rispetto agli ultimi due anni, con un taglio pari al 10 per cento circa.
Compresa la convenzione, dunque, i costi
complessivi oscilleranno tra i 18 ed i 19 milioni.
La legge del
dicembre 2007 valida per tutte le pubbliche amministrazioni, traccia la strada
della «trasparenza»: c'è un tetto nel mondo del pubblico legato allo stipendio
del primo presidente della Cassazione, ma lo si può superare per prestazioni
artistiche o professionali svolte in particolari condizioni, insomma quando la
concorrenza offre ingaggi milionari. Perfetto, però in questi casi ci vuole
«l'indicazione nominativa dei destinatari e dell'ammontare del compenso,
attraverso la pubblicazione sul sito web». Non ci sono dubbi. Il decreto
legislativo 150 del 2009 fa riferimento
alla trasparenza intesa come accessibilità totale. Non è tutto. Il decreto del
22 giugno 2012 fa riferimento alle sanzioni che scattano appunto dal primo
gennaio 2013. La grave e reiterata mancanza di trasparenza, comporta infatti
«la diretta responsabilità amministrativa, patrimoniale e contabile per
l'indebita concessione o attribuzione del beneficio economico.
C'è poco da fare. La Rai deve rendere noti all’opinione
pubblica gli ingaggi dei suoi divetti. Altrimenti non dovrebbe pagarli con i
soldi di cittadine e cittadini. Ma è meglio non far sapere nulla a quei fessi e
pecoroni di italiane ed italiani. Alla luce di questi fatti inequivocabili il canone RAI non è altro che una rapina legalizzata.
Con 10 milioni di persone in Italia che sopravvivono al di sotto della soglia di povertà materiale, secondo i rapporti della Caritas, che sommati ai dati sconosciuti dello Stato arrivano a toccare effettivamente 12 milioni, i governanti dilapidano ancora il denaro pubblico come se niente fosse. Possibile che i pensionati a fare la carità per mangiare dinanzi ai supermercati siano invisibili?
Con 10 milioni di persone in Italia che sopravvivono al di sotto della soglia di povertà materiale, secondo i rapporti della Caritas, che sommati ai dati sconosciuti dello Stato arrivano a toccare effettivamente 12 milioni, i governanti dilapidano ancora il denaro pubblico come se niente fosse. Possibile che i pensionati a fare la carità per mangiare dinanzi ai supermercati siano invisibili?
Anche il tribuno Grillo tace sul tema, ma
sbotta, mettendo le mani avanti, attanagliato dalla strizza di non riuscire a far entrare in Parlamento i suoi servitori: «Se non facciamo il botto subito, lo facciamo
tra sei mesi. E' solo questione di tempo: se non facciamo il botto subito, lo
facciamo in autunno. Restando così la situazione, torniamo alle urne fra sei
mesi». Parola di Beppe Grillo, che in un'intervista al Secolo XIX annuncia di
voler «mettere i politici a dieta».
Niente di nuovo, tutto programmato,
preordinato, legato e coordinato. Tutto torna. Recitano a soggetto mentre il popolo italiano giace
in letargo ed avverte la fame.
Il problema, forse, siamo noi che li sopportiamo: non è il prezzo del successo. Un altro nodo irrisolto e cruciale, è la disuguaglianza sociale, sempre più grande. Perché dobbiamo foraggiare ed osannare questi privilegiati? Non siamo una platea ma esseri umani, con cuore, intelligenza ed anima. Ora basta, ma non basta indignarsi. Voglio scendere in piazza e paralizzare pacificamente l'Italia. Siamo una forza ma disuniti. Siamo patria. E' ora di dimostrarlo con i fatti concreti. Coraggio!
ecco chi è la presidente della RAI:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/02/tarantola-speculazioni-bancarie.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/una-tarantola-in-rai.html
Il problema, forse, siamo noi che li sopportiamo: non è il prezzo del successo. Un altro nodo irrisolto e cruciale, è la disuguaglianza sociale, sempre più grande. Perché dobbiamo foraggiare ed osannare questi privilegiati? Non siamo una platea ma esseri umani, con cuore, intelligenza ed anima. Ora basta, ma non basta indignarsi. Voglio scendere in piazza e paralizzare pacificamente l'Italia. Siamo una forza ma disuniti. Siamo patria. E' ora di dimostrarlo con i fatti concreti. Coraggio!
ecco chi è la presidente della RAI:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/02/tarantola-speculazioni-bancarie.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/una-tarantola-in-rai.html
Bell'articolo del sempre ottimo Gianni Lannes, che senz'altro condividerò con quanti conosco ma sono pronto a scommettere che il Festival sarà un successo di ascolti anche quest'anno, vuoi solo per poterlo criticare e sbeffeggiare sui social network, come ormai pare di moda fare, inconsapevoli che si rimane pecore anche in questo modo.
RispondiEliminaTutto vero quello che hai scritto; ormai il virus della televisione è radicato nelle persone.
EliminaIl gregge ha bisogno del pifferaio magico come un oppiaceo e i social network sono la cassa di risonanza per ottundere le menti, aspettano solo quello, senza accorgersene che sono manipolati dalla ridondanza televisiva approdata ai social network con grande maestria da chi tira i fili.
Poco tempo fa mi trovavo ad assistere a una conferenza, e il relatore ha chiesto di alzare la mano a quanti in casa non avevano la tv, il pubblico era numeroso,oltretutto composto da gente già bene informata sui temi della manipolazione mentale. Bene, ho alzato la mano e con mio grande sconforto ho dovuto prendere atto che di tutta la sala gremita eravamo solo in due, io e un'altra signora. Anche il relatore mi è sembrato piuttosto sconfortato..
RispondiEliminaCiao Wlady, a presto ;-)